Eredità successione e debiti » Quando il parente debitore muore fuori dall’italia

Eredità successione e debiti » Quando il parente debitore muore fuori dall'italia

Cosa succede, secondo le nostre disposizioni normative, quando un parente emigrato muore all'estero? Come va gestita la successione e come potrebbero sapere i successori di eventuali debiti ereditati?

Complice la crisi economica, capita sempre più frequentemente che gli italiani decidano di andare a vivere all'estero, costretti, magari, dai debiti con le banche o dal fisco.

Ma cosa accade dopo il decesso in un paese estero agli eredi?

Cerchiamo di fare luce sulla questione.

Come funziona con successione e debiti ereditari quando un parente muore al di fuori dall'italia

Per cominciare, è bene notare che la morte di un cittadino italiano all'estero deve essere trascritta nei registri dello stato civile italiano.

In particolare, l’atto di morte debitamente compilato dall'Ufficiale di Stato Civile straniero viene trasmesso per via diplomatica, tramite il consolato, all'anagrafe italiana che provvede all'inserimento di esso nei registri del Comune italiano di nascita della persona deceduta.

Va detto, però, che la trascrizione dell'atto di morte avviene senza che gli eredi del deceduto ne vengano, necessariamente, a conoscenza.

Spieghiamoci meglio: in parole povere, né l’autorità civile estera né quella italiana sono tenuti a informare gli eredi dell'avvenuto decesso a meno che ciò non avvenga in determinate circostanza (tipico il caso di morte violenta per mano di terzi).

Proprio per questo motivo, dovrà essere l’eventuale consanguineo interessato a farsi carico dei relativi controlli presso l’anagrafe di competenza che, ribadiamo, è quella del luogo di nascita del soggetto scomparso.

Successivamente, potrebbe sorgere l’interesse dell'erede, a causa della presenza di eventuali debiti accumulati dal deceduto, di accettare l'eredità con il beneficio di inventario.

Ma potrebbe anche essere convenevole procedere con la rinuncia dell'eredità. In questo caso, l’eventualità che trascorra anche molto tempo tra la data di morte della persona scomparsa e il momento in cui gli eredi ne vengano a conoscenza non pregiudica la possibilità di effettuare la rinuncia.

Infatti, vista l’impossibilità per la legge italiana di rinunciare a un’eredità non ancora aperta, il solo trascorrere del tempo dal decesso del soggetto emigrato potrà condurre gli eredi, al massimo alla perdita del diritto ad accettare l'eredità di quest’ultimo per prescrizione, evitando quindi di diventare erede.

Al massimo, nella fattispecie in cui qualche creditore venga a conoscenza del decesso del debitore prima dell'erede, potrebbe accadere che questi si attivi con apposita azione giudiziaria per chiedere al Tribunale la fissazione di un termine entro il quale l’erede decida se accettare o rinunciare all’eredità.

Senza dubbio, di questa circostanza l’erede verrebbe comunque a conoscenza poiché il creditore procedente è obbligato a notificare a quest’ultimo il proprio ricorso.

Pertanto, se ciò accadesse l’erede avrebbe due alternative per salvarsi dai debiti del parente.

La prima è quella rinunciare con espresso atto notarile o con dichiarazione resa alla Cancelleria del Tribunale entro il termine a ciò stabilito.

La seconda è quella di non fare nulla, perdendo, così, il diritto ad accettare l'eredità per decadenza, non potendo con ciò diventare più erede di questi.

Da notare bene è che eventuali figli dell'erede devono anch'essi rinunciare all’eredità, perché diverrebbero, come sappiamo, chiamati essi stessi all’eredità dopo la rinuncia del genitore.

Dunque anche gli eredi degli eredi devono rinunciare per non vedersi coinvolti nei debiti del nonno.

La procedura in questo caso sarebbe identica a quella sopra indicata con l’unica eccezione che, laddove alla morte del nonno il nipote sia ancora minorenne, quest’ultimo dovrà chiedere un’autorizzazione del Tribunale a rinunciare alla successione.

2 Aprile 2014 · Gennaro Andele


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