Equitalia e sospensione delle rate di finanziamenti

Sospensione delle rate dei finanziamenti per pagare Equitalia

Ho uno stipendio da 1500 euro circa con famiglia e un figlio a carico, un mutuo da 500 euro e una rata con Equitalia da 370 euro al mese per 72 rate.

Ho appena sopeso di pagare le rate di due finanziamenti per pagare le rate a Equitalia, Le rate sospese sono una da 180 euro e l'altra da 100 euro, mancavano ancora 2 anni per finirle!

La mia domanda è questa: cosa mi succede se nn pago piu i due finanziamenti visto che non riesco piu a pagarle perchè sto pagando Equitalia? Potrebbero rivalersi sullo stipendio? Come funziona la cessione del quinto se gia le uscite che ho superano la metà dello stipendio?

Un eventuale posticipo degli altri pagamenti difficilmente potrebbe coincidere con l'esaurirsi del piano di rientro concordato con Equitalia

Lei rischia il pignoramento del 20% dello stipendio netto (300 euro): non sarebbe un gran guadagno non pagare i due finanziamenti, dal momento che il rateo attuale è di 280 euro/mese.

A fronte di un aggravio di interessi e spese legali, l'unico vantaggio sarebbe rappresentato dal posticipo del pagamento.

Posticipo che difficilmente potrebbe coincidere con l'esaurirsi del piano di rientro concordato con Equitalia.

Evidentemente ci troviamo di fronte ad una situazione di sovraindebitamento conclamato, insostenibile nel medio-lungo termine.

Non ho suggerimenti, se non riferirle cosa fece "mio cugino" in circostanze simili alla sua.

Innanzitutto mise in vendita la casa. E' vero che altri creditori diversi dalla banca non avrebbero alcun interesse, al momento, ad iscrivere una seconda ipoteca. Ma lui ragionava in prospettiva. Non voleva sacrificarsi per pagare le rate del mutuo sapendo che, pur in una situazione di crisi del mercato immobiliare, prima o poi si sarebbe formata capienza fra capitale residuo del mutuo e valore ottenuto da una vendita coattiva.

A questo punto chiese ed ottenne una cessione del quinto. Trecento euro mensili prelevati dalla busta paga. Anche lui, mio cugino, percepiva infatti uno stipendio di mille e cinquecento euro.

Ma ben presto le cose precipitarono. La moglie cominciò ad accusarlo di essere un incapace; di non essere stato in grado di assicurarle una casa tutta sua, visto che erano costretti ad vivere in affitto. In breve giunsero ad un accordo di separazione consensuale, omologato in Tribunale. Non gli costò neanche molto, a dire il vero, perchè l'avvocato che li assisteva si limitò a redigerne il testo ed a registrarlo previo assenso del giudice.

L'accordo prevedeva un assegno di mantenimento di 600 euro mensili.

Ormai, più della metà dello stipendio se ne andava fra cessione del quinto e debito alimentare. E mio cugino fu costretto, suo malgrado, a non pagare più nessuno, Equitalia compresa.

Così quando i creditori insoddisfatti si rivolsero al giudice, questi sentenziò che non avrebbe potuto aiutarli, per il momento. Spiegò loro che avrebbero dovuto pazientemente attendere che fosse completato il piano di ammortamento relativo alla cessione del quinto oppure avrebbero dovuto sperare nella dipartita prematura dell'ex coniuge del debitore.

Per consentire la vicinanza del padre al figlio, ed assicurare al bambino uno sviluppo emotivo equilibrato, mio cugino è andato a vivere presso la sua ex moglie, non prima di aver sottoscritto e registrato un contratto di comodato.

Beh, continuano ad arrivare a mio cugino, ancora oggi, avvisi di accertamento, cartelle esattoriali, precetti e comunicazioni di messa in mora. Ma ormai, firma tutto con serenità, quasi con il sorriso sulle labbra ...

9 Ottobre 2012 · Ornella De Bellis




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