Equitalia deve verificare che il credito sia esigibile prima di emettere cartella esattoriale

Equitalia spesso sostiene, nell'ambito dei giudizi instauratisi in seguito ad impugnazione della cartella esattoriale da parte del destinatario, che gli aspetti relativi alla decadenza della pretesa tributaria iscritta a ruolo rientrano nella dialettica fra ente impositore e contribuente. Il compito assegnato ad Equitalia, è la tesi difensiva, si limita a quello di riscuotere il pagamento delle cartelle esattoriali emesse su precisa richiesta dell'ente impositore.

Pur concordando con il principio appena espresso sui compiti assegnati ad Equitalia, si ritiene, tuttavia, che per l'espletamento di tali compiti, la normativa di riferimento comporti un implicito insieme di diritti doveri per Equitalia correlati a tutto il processo di riscossione che inizia con il ricevimento della pretesa avanzata dall'ente impositore e termina con l'incasso del relativo pagamento, passando attraverso l'emissione e la notifica della cartella esattoriale.

Fra i diritti doveri correlati alla fase iniziale del processo di riscossione, vi è quello di ricevere un elenco di crediti (il ruolo) che dovrebbero essere, oltre che certi e liquidi, anche esigibili, ovvero che possono essere fatti validamente valere nei confronti del debitore.

Pertanto, a tal fine, nasce l'obbligo, per Equitalia, di svolgere una specifica attività di verifica che la porti a concludere che la pretesa di pagamento presa in carico sia legittimamente valida nel contenuto, ovvero che i crediti tributari per i quali si appresta ad emettere le cartelle esattoriali siano esigibili. In altri termini, che detti crediti non siano decaduti o prescritti.

Questo l'orientamento espresso dalla Commissione Tributaria Provinciale di Pavia nella sentenza 283/03/14.

26 Maggio 2014 · Paolo Rastelli




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