Come tutelare il patrimonio di un debitore dell’Agenzia delle Entrate da eventuali azioni esecutive per omesso pagamento IRPEF?


Conto corrente e libretto di deposito, ipoteca prima casa, ipoteca volontaria





Sono in attesa di diverse cartelle per il mancato pagamento dell’irpef negli ultimi 10 anni (cartelle non ancora pervenute). Posseggo un conto deposito cointestato con i due miei figli con circa 60 mila euro ed ho un’abitazione di proprietà che sto per vendere. La mia domanda è: come posso tutelare il mio patrimonio? Quale azione mi consigliate di intraprendere?.

La mia idea era di acquistare un’abitazione di maggior valore (vendita della casa + soldi del conto deposito).

Com’è noto, la prima e unica casa, non di lusso, di proprietà del debitore esecutato, ivi residente, non può essere espropriata per debiti contratti con con la Pubblica Amministrazione.

Tuttavia, l’Agenzia delle entrate-riscossione potrà iscrivere ipoteca sull’appartamento se il credito iscritto a ruolo è pari o superiore ai 20 mila euro: il che vuol dire che il bene vincolato non potrà essere alienato se non previo pagamento del debito; ma soprattutto significa che gli eventuali eredi, qualora accettassero l’eredità, potranno essere escussi anche attraverso l’espropriazione dell’immobile ereditato, a meno che uno almeno di essi non risieda nell’appartamento e non ne abbia altri di proprietà.

Anche il conto corrente cointestato può essere pignorato al debitore: i cointestatari non debitori hanno la possibilità di ricorrere, successivamente, al giudice dell’esecuzione per rivendicare la propria quota parte delle somme espropriate in conto corrente: tuttavia il creditore può anche dimostrare che le disponibilità rinvenute sul conto siano riconducibili esclusivamente al debitore, lasciando gli altri cointestatari a bocca asciutta (il che accade, per fare un esempio, quando gli altri cointestatari non percepiscono redditi propri denunciati annualmente tramite l’apposita dichiarazione fiscale).

Insomma, per farla breve è realisticamente molto complicato, oggi, tutelare il patrimonio del debitore quando questi è titolare di cespiti aggredibili in sede di azione esecutiva: un debitore che voglia dormire sonni tranquilli, in attesa della notifica delle cartelle esattoriali, non deve possedere immobili, né essere titolare di un conto corrente con giacenze superiori a quelle necessarie per l’ordinaria amministrazione delle esigenze di vita.

28 Luglio 2017 · Ornella De Bellis


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