Concessione di un prestito con una rata pari al reddito mensile complessivo del richiedente – Può configurarsi il reato di truffa?


Contratti di prestito, tutela e consigli al debitore





La questione é abbastanza complicata e lunga: a settembre mio padre é stato colpito da ictus, mentre cercavamo documenti preoccupate delle scadenze dei pagamenti abbiamo scoperto una “vita parallela” di balle, debiti e grossi guai finanziari abilmente nascosti per anni. Vagando tra banche abbiamo ricostruito una buona parte della storia e tra le altre cose un finanziamento del 2012 in una banca locale fatto a nome di mia madre.

Premetto che ai tempi mio padre e il direttore della banca facevano “affari” insieme, un mattino andando in banca il direttore era sparito e nel suo ufficio alcune persone facevano quella che sembrava una perquisizione, armadi e cassetti aperti faldoni ovunque.

Il nuovo direttore ci ha gentilmente procurato gli estratti conto da dove abbiamo visto una rata di 1100 euro per un finanziamento che ovviamente non è stato rimborsato. Abbiamo chiesto la copia del contratto ma non ci é stata tutt’ora fornita. La cosa strana é che mia madre prende 1100 euro di stipendio con sopra il pignoramento sempre grazie a mio padre. Vi sembra normale che la banca abbia erogato un prestito con una rata superiore allo stipendio? Mia madre non ha niente oltre il suo stipendio, vivevano in affitto e lui dichiarava una miseria. Lunedì ha telefonato l’avvocato della banca al quale ho spiegato la situazione, si è offerto di mandare la copia del contratto ma non ho ricevuto niente. Secondo voi devo richiederla tramite un legale?

La concessione di un prestito con una rata pari al reddito mensile complessivo del richiedente è certamente una circostanza anomala: il debitore avrebbe potuto sicuramente sollevare l’ipotesi di un reato, quale la truffa, perpetrato a suo danno, con ottime probabilità di ottenere l’annullamento dell’obbligazione.

Tuttavia, la questione avrebbe dovuto essere portata in giudizio dopo il pagamento della prima rata, o, quantomeno, nel momento in cui è stato notificato a sua madre l’atto di pignoramento presso il datore di lavoro.

E, in ogni caso, sarebbe stato pressoché inevitabile il coinvolgimento, in un giudizio penale, non solo dell’ex direttore di filiale, ma anche di suo padre.

Non credo valga la pena, al momento, spendere soldi in parcelle professionali solo per sollecitare l’invio degli estratti di conto corrente alla banca creditrice.

6 Aprile 2017 · Annapaola Ferri


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