Revocatoria su bonifico dello stipendio da un conto corrente all’altro





Azione revocatoria ordinaria di atti dispositivi del debitore (alienazione immobile donazione costituzione fondo patrimoniale), pignoramento stipendio





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Ho già il pignoramento del decimo da parte dell’agenzia delle Entrate sullo stipendio e mi aspetto un’ulteriore pignoramento del quinto da parte di un recupero crediti.

Se una volta accreditato lo stipendio sul mio conto corrente, faccio un bonifico sul conto della mia compagna con cui ho due figli minorenni, rischio un’azione revocatoria da parte dell’agenzia delle Entrate?

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Con lo stipendio residuo al netto del pignoramento può farci ciò che vuole: un secondo creditore che agisca per crediti di natura diversa da quella che ha originato la prima trattenuta potrà ottenere un secondo pignoramento. Se il credito è della stessa natura del primo, dovrà mettersi in coda ed attendere il completo rimborso del creditore che lo ha preceduto nell’avviare azione esecutiva.

E comunque, la revocatoria che può essere richiesta al giudice dal creditore riguarda atti pubblici e non trasferimenti di somme via bonifico: al massimo la questione del trasferimento di fondi dal conto corrente dell’intestatario a terzi, a titolo di liberalità, potrebbe risultare rilevante in tema di successione ereditaria.

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10 Dicembre 2019 · Ludmilla Karadzic

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Quindi, se non capisco male, anche se sono debitore verso Agenzia delle Entrate ed ho già lo stipendio pignorato da parte di quest’ultima non rischio nulla se giro con un bonifico dal mio conto a quello della mia compagna. Non possono accusarmi di aver distratto il mio patrimonio a danno del creditore? Se dovessi ricevere il tfr dove lavoro, anch’esso già pignorato per un quinto dall’Agenzia delle Entrate lo posso bonificare tranquillamente? Cosa si intende che eventualmente potrebbe rientrare nell’asse ereditario.

L’agenzia delle entrate, con le comunicazioni trasmesse per legge dalle banche, conosce il saldo di conto corrente di ciascun contribuente, ma non i singoli movimenti. Se vuole, può, in base a questa informazione, procedere al pignoramento del conto corrente: nel suo caso ha ritenuto più efficace pignorarle lo stipendio presso il datore di lavoro.

Qualsiasi creditore, indagando nei registri immobiliari, può capire se il debitore ha alienato beni immobili, o mobili registrati (veicoli censiti al PRA) riducendo le possibilità di successo di una azione esecutiva promossa nei confronti del debitore inadempiente. L’atto di alienazione (pubblico, registrato e visibile a chiunque ne abbia interesse) può essere oggetto di richiesta al giudice di revocatoria ordinaria.

Come dicevamo il bonifico a scopo di liberalità del debitore verso terzi, non giustificato da corrispettivo per prestazioni rese dal beneficiario, può essere oggetto di azione di restituzione da parte degli eredi del debitore (che, come noto, possono accedere alla lista dei movimenti dell’ultimo decennio relativa al conto corrente del defunto).

Se vuole evitare tale possibilità, il donante deve far redigere atto pubblico di donazione da un notaio a favore del donatario e trascriverlo nei pubblici registri. In questa evenienza l’erede può solo contestare la donazione, al decesso del donante, se l’importo supera la quota disponibile al de cuius; il creditore può, invece, a fronte della distrazione del denaro (sancito da un atto pubblico) chiedere la revocatoria della donazione ex articolo 2901 del codice civile.

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10 Dicembre 2019 · Annapaola Ferri

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Scusate l’insistenza, ma su internet viene spiegato che l’azione revocatoria su un bonifico da soggetto indebitato con agenzia dell’entrate verso soggetto terzo con cui non si abbia alcun debito, è soggetto a revocatoria in virtù del fatto che l’indebitato ha dolosamente frodato il creditore spogliandosi del suo patrimonio. Faccio un’esempio: se io bonifico mensilmente il mio stipendio ricevuto sul mio conto sul conto della mia compagna e questi stipendi rimangono in tale conto per la durata di 5 anni, alla fine di questi 5 anni ci sarebbe una somma cospicua, che in realtà l’Agenzia delle Entrate potrebbe pignorare, ma non lo può fare perché non sono più sul mio conto, in questo caso non è legittimata a ricorrere davanti al giudice e richiedere l’azione revocatoria nei confronti della mia compagna?

Non commentiamo quanto riportato su altri siti: può provare a chiedere spiegazioni agli autori circa i contenuti dei post pubblicati.

Noi ci limitiamo a precisare che per il fruttuoso esperimento dell’azione revocatoria ex articolo 2901 del codice civile devono concorrere determinati presupposti: innanzitutto deve essere presente un atto di disposizione, cioè un atto negoziale in forza del quale il debitore modifica la sua situazione patrimoniale, trasferendo ad altri un diritto che gli appartiene (ad esempio, vendendo un immobile o cedendo un credito) oppure assumendo un obbligo nuovo verso terzi (ad esempio, accendendo un mutuo) o ancora costituendo sui propri beni diritti a favore di altri (ad esempio diritti di usufrutto, ipoteca, ecc.).

Peraltro, se nutre dubbi circa la possibilità del creditore di procedere ad azione revocatoria di una disposizione di bonifico, bancario o postale, del debitore a favore della propria compagna, può ritirare in contanti l’importo stipendiale accreditato mensilmente in conto corrente, consegnandolo alla beneficiaria che poi provvederà a versare la somma ricevuta sul conto corrente a lei stessa intestato.

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10 Dicembre 2019 · Ludmilla Karadzic

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