Transazione a saldo ed a stralcio illegittima


Come lei giustamente sostiene, quello formulato dalla banca non è un accordo a saldo stralcio, ma una onerosa ristrutturazione del debito.





Sono un lavoratore dipendente e in tale qualità ho ottenuto dalla banca un finanziamento denominato prestito personale. Purtroppo dopo aver pagato almeno 50 delle 60 rate stabilite, sono entrato in difficoltà economica ed ho chiesto all’istituto bancario erogatore del finanziamento una rinegoziazione del piano di riparto. La Banca ha redatto una transazione a saldo ed a stralcio del mio debito, sottolineando che la stessa non rappresentava una novazione.

Tuttavia l’accordo predisposto dalla banca (che sostiene di aver accettato una mia proposta, in tal modo concludendo formalmente l’accordo) invece di dilazionare semplicemente il piano di rientro calcolando (ahimè) anche i dovuti interessi di mora, ha ricalcolato gli importi da me dovuti.
Il problema è che secondo il debito originario io avrei dovuto pagare altre 10 rate per una somma complessiva di circa 3.500 euro comprensiva di capitale, interessi ed interessi di mora, invece con l’accordo a saldo ed a stralcio fatto dalla banca sui 3.000 ancora dovuti(esclusi gli interessi di mora) mi sono stati calcolati ulteriori interessi come se mi fosse stato accordato un nuovo finanziamento di 3.000 euro, arrivando così ad un totale di 8000 euro.

Ora la mia domanda è: questo accordo è chiaramente illegittimo? Come posso agire per poter ristabilire la situazione precedente?

Come lei giustamente sostiene, quello formulato dalla banca non è un accordo a saldo stralcio, ma una onerosa ristrutturazione del debito. Peraltro è pressoché impossibile ottenere da una banca un accordo a saldo stralcio, il quale presuppone un sostanzioso abbattimento della quota capitale dovuta e dei relativi interessi di mora. Le procedure negli istituti di credito sono, infatti, molto rigide e neanche un direttore di filiale ha la facoltà di concedere sconti al cliente.

Nel documento a lei inviato è stato chiarito che non si tratta di una novazione: questo vuol dire che nel caso in cui lei si rendesse inadempiente rispetto ai pagamenti previsti nel nuovo piano di rientro, verrebbe automaticamente ripristinato il vecchio contratto.

Ad ogni modo, le suggerisco di inviare subito alla banca una comunicazione con raccomandata AR in cui dichiara di non accettare la proposta formalizzata dalla banca.

Viste le cifre in gioco, molto probabilmente, il semplice omesso pagamento delle ultime dieci rate del finanziamento non avrebbe comportato l’avvio di una azione esecutiva da parte della banca. E’ presumibile che la banca avrebbe successivamente ceduto il credito vantato nei suoi confronti e solo allora avrebbe potuto chiedere ed ottenere dal cessionario un vero accordo a saldo stralcio.

Ma c’è anche da aggiungere che quand’anche l’istituto creditore avesse deciso di procedere al pignoramento del quinto dello stipendio che lei percepisce, quest’ultima soluzione non sarebbe stata, con ogni probabilità, più gravosa di quella proposta dalla banca in risposta alla sua istanza di consolidamento del debito.

7 Novembre 2014 · Ludmilla Karadzic


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