Telefonia mobile e fissa: costi di recesso e rata unica addio – Come sono cambiate le regole e come far valere i propri diritti


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Ho effettuato la disdetta con Vodafone casa prima della scadenza del contratto: mi hanno richiesto indietro l’importo degli sconti applicati ed inoltre di saldare in una rata unica i costi del modem.

Sapevo che per legge non potevano più farlo.

Cosa posso fare?

Le regole Agcom sui tagli di costi di disdetta sono in vigore in realtà già da gennaio 2019, ma finora sonos state loro disattese dagli operatori di telefonia, complice il fatto di aver perso al Consiglio di Stato, al quale si erano rivolti contro quelle stesse regole.

Non tutti ancora, in realtà, descrivono le nuove regole sui propri siti, ma a quanto risulta sono ormai disposti a rispettarle (anche se per ora “non ufficialmente”, poiché sono ancora da sistemare alcuni dettagli nell’adeguamento, ora discussi con Agcom).

E attenzione: i tagli valgono per tutti coloro che hanno fatto disdetta da gennaio in poi.

A maggior ragione conviene agli utenti informarsi sui suoi nuovi diritti, quindi, per farli valere presso l’operatore (dato che probabilmente non verrà da questo informato, almeno per ora).

Sono tre le principali novità e solo la prima risulta riportata già sui siti di tutti gli operatori.

Innanzitutto, è stato ridotto il costo base della disdetta su rete fissa (quello che si applica in ogni caso).

un caso di recesso anticipato da un’offerta promozionale (prima della scadenza del contratto, a 24 mesi) gli operatori rinunciano a chiedere la restituzione di tutti gli sconti fatti e ad addebitare in un colpo solo tutte le rate residue per eventuali prodotti inclusi (smartphone o modem).

La restituzione degli sconti era davvero un brutto colpo per gli utenti (da tempo contestato da tutte le associazioni dei consumatori): per altro nemmeno tanto descritto con chiarezza sui siti o nei negozi dei gestori.

Funzionava così: ipotizziamo che un’offerta di rete fissa-banda larga ha un prezzo ufficiale di 40 euro e scontato per un anno a 20 euro (arrotondiamo per comodità), gli operatori chiedevano, a chi disdiceva prima di 24 mesi, ben 240 euro.

Pari a quei venti euro di sconto moltiplicato per 12 mesi.

Una pratica che però violava le norme, ma gli operatori hanno continuato ad applicarla indisturbati finora.

Adesso la formula cambia.

L’utente deve restituire una media tra il costo ufficiale dell’offerta e quello scontato (quindi 10 euro al mese, invece di 20).

Dal secondo anno, inoltre, quando comincia a pagare il prezzo ufficiale (40 euro nell’esempio), questo importo cala della stessa cifra.

Fino ad azzerarsi, quindi, per chi disdice l’ultimo mese (invece finora gli operatori chiedevano sempre i famosi 120 euro, anche a chi disdiceva con solo un giorno di anticipo, magari per essersi sbagliato nel calcolo della durata contrattuale).

Altro brutto colpo, e forte deterrente al cambio operatore, era l’obbligo a pagare d’un colpo (sempre in caso di disdetta anticipata) tutte le rate residue di uno smartphone o di un modem incluso nel contratto.

Si può arrivare così ad alcune centinaia di euro, da pagare sull’unghia all’operatore.

Il diritto a continuare con rate mensili era garantito solo se l’utente disdiceva rifiutando una modifica unilaterale del contratto da parte dell’operatore.

Adesso vale sempre, per chi ha disdetto da gennaio in poi, garantiscono da Agcom (anche se alcuni operatori continuano a scrivere sui siti che vanno pagate tutte le rate residue assieme, mentre altri – Vodafone per primo – hanno cambiato le clausole nei giorni scorsi).

Certo, in questa fase, ci possono essere casi di utenti a cui gli operatori hanno già chiesto un super costo di disdetta, in contrasto con le attuali regole.

Adesso se hanno fatto richiesta da gennaio in poi, possono reclamare con il proprio gestore e chiedere l’applicazione dei nuovi principi.

Al limite, anche avviare una procedura di conciliazione gratuita (presso il Corecom o un’associazione dei consumatori), dove vedere riconosciuti i propri diritti.

29 Aprile 2019 · Giovanni Napoletano


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