Switch power e addebiti in conto corrente non richiesti – Riavrò i miei soldi?


Tutela consumatore gas acqua luce

In merito a questa domanda, sulla “truffa” perpetrata da Switch Power con l’acquisizione dell’IBAN e l’addebito dei 130 euro sul conto corrente, non ho ricevuto risposte positive dalla mia banca.

Sembra che i soldi siano prelevati dalla compagnia in modo legittimo.

Ma io non ho mai richiesto ne dato il consenso per stipulare alcun abbonamento.

Cosa devo fare, denunciarli?

Come accaduto nella sua fattispecie, Switch Power avrebbe attivato numerosi contratti per la fornitura di gas e luce senza la manifesta volontà da parte del consumatore: l’attivazione del contratto comportava, tra l’altro, costi di attivazione e ricarica per un valore di 130 euro che venivano sottratti dai conti correnti attraverso un utilizzo improprio dell’IBAN.

Così, dopo numerose segnalazioni di diverse associazioni dei consumatori, l’Agcm si è recentemente pronunciatanei confronti di Switch Power.

L’Antitrust, dunque, ha subito disposto la sospensione della stipula di contratti a distanza senza il manifesto consenso da parte del consumatore, oltre al blocco di ogni addebito per costi di attivazione per contratti non richiesti.

Nel dettaglio, le pratiche sospese di Switch Power riguardano la conclusione di contratti a distanza e attivazione di forniture di energia elettrica (procedura di teleselling outbound), in assenza di una corrispondente manifestazione di volontà del consumatore, ovvero a seguito di informazioni ingannevoli, omissioni informative e indebiti condizionamento, e l’attività diretta ad addebitare i costi di attivazione e ricarica, pari a 130 euro, sui conti correnti dei consumatori per la fornitura non richiesta, fino a quando il contratto non risulti validamente concluso, attraverso l’utilizzo improprio dell’IBAN dei consumatori dopo soli pochi giorni dalla registrazione della telefonata.

Switch Power dovrà comunicare all’Autorità l’avvenuta esecuzione di quanto disposto nel provvedimento di sospensione entro 5 giorni dal suo ricevimento, inviando una relazione dettagliata nella quale vengano illustrate le misure adottate.

Se l’azienda non si adeguerà celermente a quanto previsto, rischierà di dover pagare una sanzione amministrativa pecuniaria da 10.000 a 5.000.000 di euro, come previsto dal Codice del Consumo.

Se non si è già rivolto ad un’associazioni dei consumatori, crediamo sia il momento di farlo, se vuole vedersi restituito quando preso.

17 Maggio 2018 · Gennaro Andele

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