Sono un operaio metalmeccanico, lavoro presso un’officina per riparazioni auto, e da 20 anni a questa parte il mio titolare mi ha sempre pagato, con busta paga annessa, lo stipendio in contanti.
Mi è stato detto che tra qualche tempo questo non sarà più possibile, a causa di alcune normative inserite recentemente.
Siccome per problemi economici e debitori su cui non voglio dilungarmi, avrei difficoltà ad aprire un conto corrente, vorrei sapere se ciò che ho sentito è vero e se anche io sono interessato.
Si, è così: lo stipendio sarà disposto solo con bonifico o altri mezzi di pagamento tracciabili a partire dal 1° luglio 2018.
A disporre il divieto di pagamento degli stipendi in contanti è un emendamento in Legge di Bilancio 2018, sulla base dei contenuti della Legge n. 1041, già precedentemente approvata alla Camera.
Dunque, a partire da quella data, le retribuzioni dei lavoratori subordinati e dei collaboratori potranno essere corrisposte con le seguenti modalità:
- bonifico su conto identificato da codice Iban indicato dal lavoratore;
strumenti di pagamento elettronico;
- contanti presso lo sportello bancario o postale dove il datore di lavoro abbia aperto un conto corrente di tesoreria con mandato di pagamento;
- emissione di assegno (bancario o circolare) consegnato direttamente al lavoratore o, in caso di suo comprovato impedimento, a un suo delegato.
In caso contrario è prevista una sanzione amministrativa che va dai 1.000 ai 5.000 euro.
L’obiettivo, teoricamente, è quello di rendere tracciabili le retribuzioni, evitando il cosiddetto fenomeno delle ‘false buste paga’: casi in cui alcune aziende danno stipendi inferiori a quelli previsti dai contratti collettivi e, sotto minaccia di licenziamento, pretendono la firma del lavoratore.
10 Gennaio 2018 · Andrea Ricciardi