Impiegato pubblico sovraindebitato: pignoramento stipendio o adesione alla procedura ex legge 3/2012 salva suicidi?






Riepilogo la mia situazione: sono un impiegato pubblico e il mio stipendio al lordo è di 1350 euro: in busta paga vi e’ una cessione del quinto di 250 euro e un prestito delega (doppio quinto) di 240 euro ed inoltre 350 euro per assegno alimentare figlio, più un rateo in convenzione di 30 euro per premio assicurazione auto (annuale). Il mio netto in busta paga e’di 480 euro. Ho appellato due richieste di altrettante finanziarie, di cui una in corso ed altra divenuta definitiva. Per cui, mi e’arrivato un precetto di pagare entro 10 giorni la somma di 14 mila euro.

Con l’altra finanziaria, il debito alla fine, con le spese di soccombenza, si attesterà, sui 45 mila euro. Vi sono poi circa 3 mila euro tra bolli auto pregressi e imposta sul valore delle cause aperte con Agenzia Entrate. Cessione e doppio quinto peseranno ancora rispettivamente per 5 e 6 anni. Tutta la situazione debitoria deriva da problematiche familiari passate e non per vita dissoluta o vizi.

Alla luce di tale situazione, volevo chiedere un consiglio di quale strada sia preferibile, ovvero:

1) pignoramento: in busta paga: c’ é scritto che la quota di quinto cedibile é di 280 euro, per cui in teoria potrebbero portarmi via 280 euro dalle 480 nette e lasciarmi con sole 200 euro di stipendio, non esistendo un minimo vitale a differenza del reddito da pensione?

In busta paga, al netto erogato concorrono anche il cosiddetto bonus Renzi di 80 euro e 60 euro di detrazione figlio: partecipano anche loro alla somma decurtabile, pur non essendo voci fisse (il bonus potrebbe sparire cosi’come la detrazione figlio potrei non richiederla, per cui sarebbero 140 euro in meno)?

2) adire alla liquidazione per sovraindebitamento,rivolgendomi all’ Organismo di composizione della Crisi da Sovraindebitamento: rientrerebbero tutti i debiti, comprese le cessioni volontarie? Nel mio caso,come si prospetterebbe il tutto, considerando che sono in rosso con la mia banca di accredito stipendio di 2500 euro (in pratica, tutto il fido) e che possiedo come beni solo 2 auto di 30 e 25 anni? Quanto costerebbe una siffatta procedura e, nel mio caso, sarebbe percorribile? Cosa succede se, nel frattempo, visti i tempi tecnici ristretti, partirà il pignoramento?

I calcoli relativi alle prospettive di pignoramento che analizzeremo nel seguito faranno riferimento allo stipendio netto percepito, ovvero alla busta paga al netto degli oneri fiscali (inclusi bonus Renzi e detrazioni fiscali per figli a carico) e degli obblighi contributivi e al lordo del prestito delega, della cessione del quinto, del rateo in convenzione per assicurazione auto, nonché della trattenuta ex articolo 156 del codice civile per il mantenimento del figlio. Dato che può facilmente dedurre analizzando il cedolino dello stipendio.

La regola base è che pignoramenti e cessione del quinto non possono impegnare più della metà dello stipendio netto come sopra determinato.

Quindi, una volta individuata la metà dello stipendio (al netto degli oneri fiscali e contributivi e al lordo del prestito delega, della cessione del quinto, nonché della trattenuta ex articolo 156 del codice civile per il mantenimento del figlio), e sottratta la quota ceduta per cessione (il prestito delega viene assimilato a qualsiasi altro prestito contratto extra busta paga) il risultato è la capienza per pignoramento.

Quindi, possiamo dire che, tenendo conto della cessione del quinto, la capienza della sua busta paga netta è pari al 30%.

Questo 30% è la quota ancora disponibile ai creditori che intendano procedere giudizialmente con azioni esecutive, con le seguenti limitazioni: le due finanziarie possono ottenere al massimo il 20% dello stipendio netto. Intendiamoci bene: se entrambe le finanziarie agissero simultaneamente, solo la prima che chiedesse il pignoramento dello stipendio otterrebbe il 20%, l’altra finanziaria dovrebbe attendere il completo rimborso del creditore che l’ha preceduta, prima di aver diritto a riscuotere mensilmente il proprio 20%.

Discorso diverso per Agenzia delle Entrate Riscossione (ADER) ed i crediti esattoriali (bolli auto pregressi e imposta sul valore delle cause aperte con Agenzia Entrate). Se si muovesse giudizialmente una delle due finanziarie per i crediti di natura esattoriale, Agenzia delle Entrate Riscossione avrebbe diritto a prelevare dal suo stipendio il residuo 10%. Viceversa, qualora a procedere giudizialmente per prima fosse ADER, a lei toccherebbe il 20% della busta paga netta e le due finanziarie dovrebbero accontentarsi del residuo 10% massimo (prima una e poi l’altra).

Dallo scenario descritto e dalla situazione debitoria riportata, appare evidente che attendere il pignoramento dello stipendio non sia la scelta ottimale. Infatti, poichè la trattenuta diretta ex articolo 156 del codice civile (mantenimento figlio), il prestito delega e l’impegno per il rateo in convenzione premio RC auto non fanno testo (nel senso che non limitano la falcidia dello stipendio regolata dall’articolo 545 del codice di procedura civile) conviene senz’altro tentare di presentare un piano del consumatore ex legge 3/2012 salva suicidi, che le consenta di pagare i debiti, ma nel contempo le lasci la disponibilità di una fetta dello stipendio per far fronte alle più elementari esigenze di vita. Si tratta di una possibilità reale di soluzione della crisi da sovraindebitamento che la coinvolge, se è vero, e non abbiamo motivo di dubitarne, che la situazione debitoria deriva da problematiche familiari passate e non per vita dissoluta o vizi.

Tuttavia, non è possibile preventivare i costi per l’assistenza necessaria a cui sono preposti, per legge, gli organismi per la composizione delle cresi da sovraindebitamento.

Questo link consente di accedere al registro gestito dal Ministero della Giustizia dove è possibile reperire l’elenco degli organismi abilitati alla composizione della crisi da sovraindebitamento, nonché tutti i dati di contatto, per ottenere adeguata assistenza nella presentazione di piano del consumatore presso il Tribunale territorialmente competente.

Si potrà cercare l’OCC (Organismo di Composizione della Crisi) più vicino al luogo in cui il debitore vive e lavora, semplicemente effettuando una ricerca su Google (o altri motori) con chiave OCC in aggiunta alla provincia o alla regione prescelta.

Il giudice potrà dilazionare in piccole rate sostenibili (o anche abbattere) i rimborsi relativi ai crediti ordinari vantati da finanziarie, cessionario del quinto, creditore del prestito delega, nonchè quelli riconducibili ai crediti esattoriali per cui agisce ADER. Rimarrebbe incomprimibile ed escluso dalla procedura ex legge 3/2012 solo il credito alimentare vantato da suo figlio per il proprio mantenimento. L’entità dell’eventuale stralcio del debito e l’abbattimento della rata mensile complessivamente dovuta ai creditori (con conseguente allungamento dei tempi di rimborso), è a completa discrezione del giudice e non può essere oggetto di previsione in questa sede.

La presentazione di un piano del consumatore al giudice del sovraindebitamento blocca qualsiasi azione esecutiva promossa dai creditori, fino alla pronuncia di accoglimento o diniego

6 Dicembre 2019 · Ludmilla Karadzic


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