Sto per sottoscrivere un contratto per l’allacciamento del telefono e di internet con un’azienda emergente sul mercato: ho paura, però, che nell’accordo ci sia la presenza di clausole che possano svantaggiarmi.
A cosa devo stare attento?
Come può essere riconosciuta una clausola vessatoria?
Quando si vuole ottenere un servizio, come luce, gas, telefono, o una una polizza assicurativa o, ancora, si acquista un pacchetto turistico, di solito viene sottoscritto un contratto inseriti in moduli o formulari prestampati.
Spesso accade che, per eccesso di fiducia, per impreparazione o pigrizia non leggiamo i documenti e finiamo per sottoscrivere accordi o condizioni che poi si ritorcono contro di noi.
È il caso delle cosiddette clausole vessatorie, cioè clausole illecite e abusive che pongono il consumatore in una posizione di debolezza contrattuale producendo a suo carico un significativo squilibrio di diritti ed obblighi.
Il Codice del Consumo (artt.33 e ss) pone delle regole che affrontano questi rischi e che mirano a tutelare il consumatore.
Cosa sono le clausole vessatorie?
Si tratta di clausole contrattuali che vengono formulate in modo da risultare particolarmente sfavorevoli per il consumatore e creano uno squilibrio negoziale a vantaggio del venditore.
Quali sono le clausole che la legge presume vessatorie?
Ma a chi spetta l’onere della prova in caso di controversia?
L’onere di dimostrare che non si tratta di clausole vessatorie spetta sempre al professionista, sul quale incombe la prova che la clausola è stata oggetto di una specifica trattativa tra le due parti. Egli deve dimostrare pertanto che il consumatore che ha sottoscritto le condizioni contrattuali era consapevole e conscio dei suoi diritti e doveri.
Quali sono i criteri per valutare la vessatorietà di una clausola?
Il Codice del Consumo fornisce all’art.34, in linea orientativa, alcuni parametri per valutare la vessatorietà o meno di una clausola contrattuale. E’ importante ricordare che la legge parla di “presunzione” di vessatorietà: per capire se la clausole è vessatoria o meno, si pone come necessaria l’interpretazione di altri elementi riguardanti la compravendita del bene/servizio. Quel che conta è che sia rispettato l’equilibrio contrattuale tra diritti e doveri delle due parti. Nel leggere il contratto dobbiamo tener conto di ciò che esso dispone in ogni sua parte.
I contratti contenuti in moduli o fomulari (cd. Contratti di adesione) sono particolarmente meritevoli di attenzione poiché si tratta di moduli o formulari prestampati e dunque predisposti solo da una delle parti contraenti, – il professionista – con i quali vengono definite a priori le condizioni che regoleranno i rapporti tra un soggetto e l’altro.
Sono diffusi sopratutto nel commercio su larga scala, in particolare nei servizi bancari, assicurativi, nelle società d telecomunicazioni o di fornitura di un servizio (luce, acqua, gas). In questi casi è necessario dimostrare che il consumatore ha avuto modo di conoscere il testo, analizzarne i contenuti e decidere di approvarlo apponendo una doppia sottoscrizione anche per le condizioni considerate più svantaggiose.
La clausola oggetto di specifica contrattazione tra le parti è da considerarsi vessatoria?
In termini generali la legge prevede che possano considerarsi vessatorie le clausole non contrattate specificatamente.
In questi casi e’ il professionista che deve fornire la prova inerente la contrattazione della specifica clausola. La giurisprudenza è concorde nel ritenere che è necessaria la prova di una trattativa e a tal fine non e’ sufficiente la sottoscrizione di una semplice lista di clausole – ad esempio quelle contenute in un contratto di adesione sottoscritto solo in calce – ma la clausola può essere considerata valida SOLO se separatamente evidenziata rispetto alle altre e autonomamente sottoscritta.
Quindi, in termini pratici, la clausola che teoricamente potrebbe dirsi vessatoria diventa valida se specificatamente conosciuta, approvata e sottoscritta dal consumatore.
La legge individua delle clausole che sono sempre considerate vessatorie, dunque nulle, anche se sono state oggetto di trattativa individuale.
Come ci si difende dalle clausole vessatorie?
Il consumatore può, nella fase di stipulazione del contratto, rifiutarsi di sottoscrivere la singola clausola.
In una fase successiva, una volta cioè che la clausola è stata inserita, si può chiedere con un ricorso giudiziario la dichiarazione di vessatorietà delle singole clausole.
Le associazioni dei consumatori, infine, hanno la possibilità di avviare delle azioni inibitorie volte a far eliminare le clausole ritenute vessatorie, contenute nei contratti, specie quelli di massa conclusi attraverso formulari standard.
Cosa succede se la clausola è ritenuta vessatoria dal giudice?
Una clausola contestata e riconosciuta vessatoria da un giudice diventa nulla, quindi inefficace, mentre il resto del contratto rimane valido in tutti i suoi punti e produrrà gli effetti consapevolmente stabiliti e voluti dalle parti.
4 Settembre 2019 · Giovanni Napoletano
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