Sta circolando, persino in televisione, una notizia sulla sospensione dei mutui prevista nel Cura Italia: ovvero che se si chiede la sospensione del mutuo scatta l’obbligo della banca di segnalazione alla centrale rischi, col rischio di finire, quindi, in una sorta di black list.
E’ vero?
La notizia è falsa, non c’è nessun obbligo per l’istituto di credito, ma non solo: se ciò avvenisse si tratterebbe di un abuso bello e buono, visto che i clienti che in questo periodo di eccezionale gravità richiedono la sospensione non sono certo dei cattivi pagatori.
Infatti, il Governo ha previsto, senza alcuna ripercussione negativa per il mutuatario, di poter accedere ad una serie di misure di protezione, ampliando, per quanto riguarda i mutui prima casa, le misure del Fondo di Solidarietà Mutui.
Ricordiamo che la novità del Cura Italia è nell’ammissione ai benefici del Fondo di solidarietà per i mutui (gestito dalla Consap) per l’acquisto della prima casa (per un periodo di 9 mesi dall’entrata in vigore del decreto legge) per i lavoratori autonomi e i liberi professionisti che autocertifichino ai sensi degli articoli 46 e 47 DPR 445/2000 di aver registrato, nel trimestre successivo al 21 febbraio 2020, un calo del proprio fatturato superiore al 33% rispetto al fatturato dell’ultimo trimestre del 2019.
Ovviamente, per la conseguenza della chiusura o della restrizione della propria attività in attuazione delle disposizioni adottate per l’emergenza coronavirus.
La sospensione del mutuo può essere fino a 18 mesi massimi e riguardare il finanziamento per l’acquisto della prima casa.
Inoltre, il titolare del mutuo deve dimostrare di vivere difficoltà temporanee dovute alla contingenza economica legata alla pandemia, difficoltà che incidano sul reddito famigliare.
25 Marzo 2020 · Stefano Iambrenghi
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