Condomino moroso che acquista l'immobile all'asta
La palazzina dove abito era di proprietà di una Srl fallita nel 2018: diversi condomini locatari hanno smesso di pagare affitto e spese condominiali dal momento in cui la società è entrata in crisi, peggiorando di fatto la delicata situazione della stessa e mettendo in difficoltà il condominio, che oggi si trova con debiti ammontanti a circa 100 mila euro, in parte insinuati al passivo del fallimento e in parte in attesa di liquidazione da parte del curatore fallimentare. Lo stesso curatore fallimentare non si è mai preoccupato di richiedere agli inquilini inadempienti nè l'affitto e nemmeno la quota delle spese di loro competenza. Nei mesi scorsi è stata fatta l'asta per la vendita degli appartamenti. Due degli inquilini morosi hanno partecipato alla stessa aggiudicandosi gli appartamenti a prezzo base dell'asta. Oggi l'amministratore del condominio asserisce che terminata la procedura fallimentare, il debito residuo relativo alla gestione degli anni scorsi, ...
Rispetto per chi ha debiti e vende la casa
In riferimento a questa discussione, chiedo: qualora i miei riuscissero a vendere la casa in maniera regolare; cioè: 1. a prezzo di mercato, 2. a qualcuno che non ha gradi di parentela, 3. e che acquisterebbe la prima casa, 4. con una transazione monetaria regolare tra banche Secondo voi nel caso non potessero comunque saldare i debiti la revocatoria sarebbe matematicamente impossibile o comunque probabile? Se prelevassero tutto l'introito rimanente dalla vendita, la cosa sarebbe legale? O un giorno qualcuno direbbe: dove sono i soldi della casa? Bisognerebbe giustificare qualcosa o semplicemente "non ci sono piu"? ...
La critica nei confronti di un condomino può legittimamente estrinsecarsi all'interno di un'assemblea condominiale o nei rapporti con l'amministratore, ma di certo non può legittimare affermazioni offensive rivolte nei confronti di terzi. Soprattutto se la parte lesa, pur non avendo pagato le spese condominiali, sostiene di essere a sua volta in credito con il condominio (il che esclude la sua morosità, quantomeno fino a prova del contrario). Ed anche in ragione del fatto che il diritto di critica deve essere esercitato nel giusto contesto (assemblea condominiale) e tale non era certamente quello in cui si è manifestata la frase diffamatoria, per di più pronunciata in presenza di ospiti della persona offesa. Così è stato condannato alla pena di euro 200 di multa, oltre al risarcimento del danno, il soggetto che aveva offeso l'onore e la reputazione di un condomino, definendolo moroso e aduso a non pagare le quote condominiali di ...