Rincari folli – Un posto al mare più caro di un appartamento?





Dopo due anni a singhiozzo per colpa della pandemia, sarà un’estate salata, soprattutto per chi sceglierà di passarla in spiaggia





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Volevo prenotare una settimana in Puglia per andare a trascorrere un po’ di relax con la mia famiglia: purtroppo, a causa di rincari folli, ormai costa più un posto al mare che affittare il soggiorno di un appartamento.

Come è possibile?

Sarà l’estate della ripartenza, dopo due anni a singhiozzo per colpa della pandemia: sarà però anche un’estate salata, soprattutto per chi sceglierà di passarla in spiaggia.

L’Osservatorio nazionale di Federconsumatori parla di aumenti tra il 4 e 5% sui costi di sdraio, ombrelloni e abbonamenti giornalieri. Altroconsumo è meno ottimista e parla invece di un +10% a cui va aggiunto il +17% registrato lo scorso anno rispetto al 2019.

E in alcuni casi costa meno affittare un appartamento rispetto al posto in spiaggia.

A tener banco negli ultimi giorni, parlando di spiagge, è stato il caso dello stabilimento balneare “Le cinque vele” di Pescoluse, in Salento.

Il motivo? Affittare un gazebo dal 14 al 20 agosto costa mille euro al giorno, qualcosa in più se si vuole aggiungere il pranzo al pacchetto e l’assicurazione in caso di cancellazione della prenotazione.

Un prezzo che ha generato molte polemiche, a cui hanno risposto i titolari. «Oltre alla location e all’esperienza immersiva in una delle più belle fette di costa salentina – hanno detto all’Ansa – sono i servizi proposti ad aggiungere valore ai gazebo in riva al mare. Accanto ai servizi di base comuni anche alle cinque file da 23 ombrelloni presenti in struttura, quali i classici servizi di assistenza e pulizia in spiaggia, consegna all’ombrellone di cibo e bevande ordinabili tramite app, parcheggio, docce calde, cabine spogliatoio e accesso alla Natural Sea Spa, l’area Exclusive in oggetto prevede insieme al gazebo: due grandi lettini e materassini, un salotto in bambù, teli mare, acqua tutto il giorno e aperitivo con bollicine e frutta fresca».

Al di là del caso particolare, chi sceglierà il mare dovrà prepararsi a mettere mano al portafogli. La già citata Altroconsumo ha analizzato i prezzi di un ombrellone e due lettini in 227 stabilimenti balneari. In media, nella prima settimana di agosto, la prima fila costa 212 euro. La maglia nera della località più cara va ad Alassio, in Liguria, dove si paga, facendo una media delle prime quattro file, 323 euro. Seguono poi Gallipoli, con 282 euro, Alghero con 194, Viareggio con 184, Taormina con 180, Palinuro con 169, Anzio con 159, Lignano con 142 e Rimini con 131. La palma di destinazione meno cara tra quelle analizzate va a Senigallia, nelle Marche, dove ci si ferma a 129 euro.

I rincari riguardano comunque tutti: a Palinuro, nel Cilento, i prezzi sono balzati del 18%. Seguono Rimini (+14%), Alassio (+13%) e Alghero (+12%). Altrove l’aumento si aggirerà tra il 5% di Lignano e il 7% di Taormina e Giardini Naxos.

Il costante segno “più” sui costi di ombrelloni e sdraio ha dato vita a un fenomeno curioso in molte località marittime. A raccontarlo sono i dati di Immobiliare.it, che spiegano come, per esempio, a Gallipoli affittare un bilocale sia più conveniente di stare un mese in spiaggia: il canone medio per un bilocale è 363 euro al mese, il lettino può superare i 700 euro. La stessa cosa succede ad Alassio e ad Alghero.

Altroconsumo nei mesi scorsi aveva anche tracciato un quadro delle scelte degli italiani in vista delle vacanze. Dall’indagine era emeso come, tra chi sceglie di andare in spiaggia, il 28% voglia, nonostante tutto, uno stabilimento balneare, mentre il 19% scelga una spiaggia libera e gratuita, senza servizi. C’è poi un 16% che sceglie la spiaggia libera e gratuita, ma con servizi (docce, bar, bagni) e un 11% che vuole la spiaggia libera attrezzata a pagamento.

Chi sceglie lo stabilimento balneare o spiagge libere attrezzate a pagamento lo fa in primis per l’equipaggiamento offerto (motivo indicato dal 74%). Ma tra le principali motivazioni c’è anche la sicurezza di avere il proprio posto (44%), i servizi di ristorazione della struttura (44%) e la possibilità di usare la doccia (43%).

Il presidente del Sib, il Sindacato italiano balneari, Antonio Capacchione, intervistato dal Corriere, ha da un lato giustificato gli aumenti, dando la colpa ai rincari che stanno colpendo tutti o quasi i settori, e dall’altro ha lanciato la sua proposta per il futuro: «È venuto il momento di introdurre un sistema di classificazione a stelle come avviene per gli hotel: chi prende un ombrellone in un posto particolare, che offre molti servizi aggiuntivi, non può aspettarsi di pagare pochi euro».

STOPPISH

14 Giugno 2022 · Giovanni Napoletano

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