Dal 2010 ho in essere un contenzioso con la banca: avevo un debito di 11 mila euro e mi han fatto decreto ingiuntivo e pignoramento. Ho raggiunto un accordo per le rate ma la banca e’ andata avanti lo stesso fregandosene dei miei versamenti. Di fatto mi ritrovo tra interessi e spese a dover restituire ancora 8 mila euro nonostante ne abbia versati 7 mila. Il creditore ha chiesto la riscossione coattiva tramite pignoramento della casa di proprietà.
Mi sono affidato ad una avvocato e dopo un anno di proposte di stralcio, non ho mai ricevuto una risposta, mai una. Ora mi ritrovo con la lettera del geometra che vuole fare la perizia con la forza: il mio avvocato non sa piu come aiutarmi.
Cosa posso fare? Come posso obbligare la banca ad accettare uno stralcio o comunque una cifra equa per il pagamento?
L’accordo a saldo stralcio con il creditore presuppone che quest’ultimo non abbia ancora avviato il ricorso ed ottenuto il decreto ingiuntivo dal giudice.
Una volta notificato il decreto ingiuntivo, in assenza di opposizione, il creditore può procedere con l’espropriazione forzata dei beni del debitore fino al soddisfacimento della somma portata dal titolo esecutivo.
E’ evidente che, in questa fase, al creditore non conviene addivenire ad un accordo bonario, specie, come nella situazione a commento, se il debitore possiede beni pignorabili come la casa, uno stipendio o un conto corrente.
Deve purtroppo rassegnarsi a pagare la cifra residua (8 mila euro) prima che le tolgano l’immobile ed estinguere, così, con la conversione del pignoramento, la procedura di espropriazione. A tale proposito va precisato che in mancanza di un preciso accordo sottoscritto (nero su bianco e non verbale) con la banca, le rate versate costituiscono un atto unilaterale che comporta la mera compensazione di quanto corrisposto con l’importo indicato nel decreto ingiuntivo.
Per finire, se proprio non ce la fa a pagare, le conviene, considerato come si son messe purtroppo le cose, far effettuare il sopralluogo al tecnico incaricato dal giudice per la valutazione dell’immobile da vendere all’asta. Frapponendo ostacoli non ottiene alcun effetto se non quello di far lievitare ulteriormente le spese legali che saranno comunque poste a suo carico e portate in diminizione al ricavato dalla vendita.
25 Gennaio 2016 · Simone di Saintjust