Riduzione carico del debito esattoriale






Ho purtroppo “scoperto solo da qualche giorno” di dovere all’Equitalia una cifra (per attività chiusa per crisi ormai da 4 anni) al momento e chissà per quanto, per le mie possibilità attuali, impossibile da affrontare.

Ho spiegato in altri post il surreale perché l’ho “scoperto” all’improvviso.

Io vorrei pagare, semplicemente perché ho sempre tentato di pagare tutto (sacrificando tutti i beni mobili e immobili che avevo accumulato in una vita di lavoro) finchè la crisi e il fisco non hanno esaurito anche l’ultimo dei miei centesimi, ma anche la rateazione straordinaria proposta da Equitalia (120 rate di circa 850 euro al mese per dieci anni) è per me in questo momento materialmente impossibile da affrontare.

In questo vorrei chiedere, considerata la mia attuale situazione di quasi indigenza (disoccupato che e’ tornato a vivere con l’ultimo genitore pensionato rimasto e con figlia piccola) se esiste in qualche modo la possibilità di richiedere, vista la mia tragica condizione economica, uno stralcio almeno parziale del mio debito.

Pur volendo tentare uno (o più) ricorsi, i costi di assistenze legali e spese amministrative legate a lunghi procedimenti giudiziali, sono altrettanto pienamente al di fuori della mia portata.

Chiedo quindi se non siate a conoscenza, considerando la mia comprovabilissima difficoltà finanziaria, di un modo di richiedere una riduzione del mio carico debitorio che mi consenta di poter perlomeno tentare di affrontare questa ennesima montagna che, al momento, mi sembra davvero insormontabile.

Chiedo poi se il nostro cosiddetto “stato civile” preveda degli strumenti che permettano a un suo cittadino in forte difficoltà economica di esercitare il suo diritto a difendersi legalmente, soprattutto contro le leggerezze e le mancanze (capaci di rovinare vite intere) dei sui funzionari, anche senza averne le possibilità economiche.

Chiedo infine se sappiate di associazioni che aiutino le persone nella mia situazione.

Gentile lettore, abbiamo seguito con simpatia la sua vicenda kafkiana ed abbiamo sperato che un vizio di notifica potesse aprirle uno spiraglio per ottenere almeno uno sgravio delle sanzioni e degli interessi maturati relativamente al suo carico debitorio di tipo esattoriale, formatosi negli anni a sua insaputa.

Le nostre speranze si sono poi infrante nel momento in cui si è appreso che la sua residenza è effettivamente senza numero civico.

Quando, anni fa, andai ad abitare presso uno stabile di nuova costruzione il mio indirizzo portava, dopo l’indicazione del piazzale, l’acronimo s.n.c.. Non si trattava di una società in nome collettivo, ma semplicemente della sigla attestante l’assenza temporanea di un numero civico (senza numero civico).

Per mia fortuna l’edificio era collocato in un piazzale (non in un viottolo di campagna) lungo una strada trafficata. C’erano poche abitazioni ed i postini allora erano volenterosi. Poste Italiane consegnava la posta, e non faceva banca, i dipendenti erano assunti a tempo indeterminato (non con contratti a termine) e non erano assillati da vincoli stringenti di produttività del tipo … entro quattro ore devi consegnare tutta la corrispondenza. Se per rispettare gli standard di produzione ne lasci qualche chilo nel primo cassonetto dell’immondizia sono affari tuoi, noi non vogliamo saperne e, comunque, se il cittadino si lamenta di una notifica data per perfezionata, senza esserlo, stai tranquillo che per incastrarti deve presentare querela di falso … . Figurarsi se possono perdere tempo ad individuare un civico che non è stato attribuito.

Poi, per quanto mi riguarda, l’ufficio preposto alla toponomastica della città in cui vivevo mise le cose a posto. Cosa che nel suo caso, purtroppo, non si è verificata.

Questa disgressione solo per dire che i tempi sono cambiati, negli ultimi vent’anni. E, forse, lei non se n’è accorto.

Ridotto sul lastrico da uno stato vorace e impietoso, che spreme i suoi sudditi fino al midollo, ancora si chiede come pagare il dovuto.

Le riduzioni transattive ed i patteggiamenti del debito fiscale si fanno solo con i ricchi, Luciano Pavarotti, Valentino Rossi e via dicendo, che possono permettersi di farsi difendere da tributaristi di fama del calibro di Vincenzo Visco o Victor Uckmar.

Le associazioni, quelle che hanno sportelli sul territorio, pretendono l’obolo di iscrizione prima di farla accomodare per poi concludere che il suo caso non ha soluzione (se è fortunato, s’intende).

No, questo non e’ un paese per normali debitori, e soprattutto, non e’ un paese di uguali, davanti alla legge ed al fisco.

Mio nonno mi ricordava sempre, in dialetto napoletano che rendeva un’assonanza in rima Due sono i potenti, il re e chi non ha niente.

Ed allora, si avvalga della condizione a cui l’hanno portata: quando e se il Comune di residenza si degnerà di assegnare un numero civico all’abitazione in cui vive, e riuscirà, finalmente, a farsi notificare in modo decente una cartella esattoriale dal postino, la prenda e la stracci, accompagnandola da una sonora pernacchia indirizzata a Poste Italiane, all’Agenzia delle entrate, ad Equitalia e al Comune …

13 Marzo 2015 · Ornella De Bellis


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