Reddito di cittadinanza – Non ne hanno diritto divorziati e separati che acquistarono casa (anche in comproprietà) e poi ne furono cacciati via, anche se adesso non percepiscono un centesimo » Più poveri di così, si muore …









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Ho chiesto il reddito di cittadinanza, ma mi è stato negato: sono disoccupata, non percepisco alcun reddito, vengo ospitata da un’amica, altrimenti dormirei sotto i ponti. Ho solo la colpa di possedere metà della casa in cui abitavo, che con la separazione è stata affidata dal giudice a mio marito, affidatario dei figli, ed il cui valore IMU supera di mille euro la soglia massima dei trentamila prevista dal decreto legge 4/2019.

E’ possibile che nessuno si accorga di questa evidente iniquità a danno di separati e divorziati proprietari di immobili che non possono abitare comunque l’immobile a seguito di un provvedimento giudiziale?

Non ci si poteva aspettare altro se si lascia scrivere un provvedimento di legge ad un ex bibitaro, ed alla sua cricca di parvenu semianalfabeti, che millantava, affacciato ad un balcone di Roma, di aver abolito la povertà: si tratta di incompetenti che nulla conoscono della vita reale.

Per cui, alla fine, può capitare benissimo che gente veramente povera non abbia diritto ad un cent, mentre malfattori, delinquenti e milionari con Ferrari ed immobili (intestati a prestanome) vengano beccati a percepire tranquillamente il reddito di cittadinanza, grazie alle numerose crepe di cui è inzeppato il decreto legge.

Il quale decreto legge prevede, infatti, che la quota di valore dell’immobile posseduto dal richiedente reddito di cittadinanza debba essere valutato ai fini IMU e non debba superare i trentamila euro con una franchigia di 52 mila euro prevista se nella casa il proprietario richiedente RDC vi risiede.

Ma, purtroppo, analoga franchigia non è prevista qualora il richiedente Reddito di Cittadinanza e proprietario dell’immobile, separato o divorziato, disoccupato e ancora troppo giovane per poter fruire dell’assegno sociale, nell’immobile non vi possa (pur volendo) risiedere in seguito ad un provvedimento giudiziale di assegnazione all’ex coniuge della casa familiare.

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23 Gennaio 2020 · Simone di Saintjust

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