Recupero crediti mi richiede pagamento per rate insolute di un prestito del 1998 – Non è un po tardi?






Chiedo il vostro aiuto per capire meglio come poter agire per quanto riguarda una recente vicenda: qualche settimana fa, tornando a casa, ho trovato nella cassetta delle lettere un foglio, sul quale c’era l’invito di prendere urgentemente contatto con un determinato numero telefonico, per motivi che mi riguardavano.

Da un primo controllo su internet tale numero risultava associato ad un’impresa edile, quindi chiamo e mi risponde una persona presentandosi con nome e cognome (lo stesso di uno dei soci dell’impresa edile associata al numero telefonico), dicendo di essere un esattore e chiedendomi il pagamento delle rate insolute di un finanziamento del 1998.
Rispondo dicendogli di essere all’oscuro della cosa e gli chiedo gentilmente di inviarmi, tramite mail, i documenti attestanti la veridicità di ciò che afferma.
Inizialmente ha faticato ad accettare la mia richiesta, cercando di spingermi ad avere un contatto diretto in cui mi avrebbe fatto visioare tali documenti, poi, quando ha capito che di contatto diretto non se ne palava, ha ceduto alla mia richiesta.
A distanza di quasi 20 giorni è arrivata la mail, spedita da una società di recupero crediti (per comodità più avanti chiamerò SRC1)che, almeno apparentemente, sembra non avere nessun legame con l’esattore di cui sopra.

Ciò che risulta dai documenti ricevuti:

1) Contratto con “finanziaria” sottoscritto nell’ agosto 1998 (rimborso in 24 rate).
2) Rate pagate 10 (ultima agosto 99).
3) Ricevuta raccomandata a\r inviatami da “finanziaria” e rifiutata in data 6/8/01 (contenuto sconosciuto, comunque non presente nella documentazione che ho ricevuto).
4) Lettera di “finanziaria” riguardante cessione del credito a “cessionario1” in data 13/12/01 (nessuna ricevuta a\r presente nella documentazone) che specificava soltanto l’importo totale del credito ceduto (importo in linea capitale + interessi capitalizzati + interessi di mora maturati su questi due).
5) Lettera di messa in mora e interruzione dei termini di prescrizione (anche di questa non è presente la ricevuta a\r) da parte di “cessionario1” nell’agosto 2007 con richiesta di pagamento di (capitale + interessi di mora) + interessi di mora di circa il 42% del totale tra parentesi, in pratica avevano capitalizzato gli interessi di mora ceduti da “finanziaria”, facendo levitare gli interessi moratori dell’effettivo importo in linea capitale, di circa il 90%!!
6) Acquisizione del credito nel 2011, tramite fusione, da parte di “cessionario2” (nessuna comunicazione a riguardo)
7) Lettera di notifica cessione (nessuna ricevuta a/r), messa in mora e interruzione prescrizione da parte del “sub-servicer” di “cesionario3” (acquisisce il credito nel gennaio 2016 come riportato in gazzetta ufficiale) in data 29/06/2016 con richiesta di pagamento per capitale + interessi di mora corrispondenti al 37% del capitale, importi identici a quelli ceduti da “finanziaria” a “cessionario1” nel dicembre 2001.
Nella stessa lettera il “sub-servicer” comunicava di essere unico soggetto titolato a gestire il credito.

Adesso le mie domande :

1) Non escludo che “SRC1” ed “esattore” potrebbero esser stati incaricati da “sub-servicer” per la riscossione e quindi aver diritto al trattamento dei miei dati personali, ma per saperlo con esattezza a chi devo rivolgermi? E inoltre, come faccio a sapere chi è realmente “esattore” se di lui ho soltanto un nome, numero di telefono e una ricerca su internet, che di fatto non attestano la sua reale identità?

2) Attualmente il credito è vantato da “cessionario3”, che si avvale della collaborazione di “servicer” e “sub-servicer” per il recupero crediti, vorrei avere una documentazione più dettagliata, comprensiva di eventuali ulteriori comunicazioni inviate negli anni e relative ricevute di ritorno, a chi mi devo rivolgere e in quale forma (ad es. come devo scrivere un’eventuale lettera)?

3) E’ possibile contestare e richiedere l’annullamento della lettera di messa in mora inviata da “cessionario1” nel 2007, in quanto evidente tentata estorsione, nonostante siano trascorsi più di 10 anni?

Al momento, il credito è prescritto e, pertanto, inesigibile almeno fino a quando quel signore non produrrà copia conforme delle ricevute AR relative alle presunte comunicazioni interruttive inviate al debitore o le permetterà di visionarle direttamente.

Per ora, il suggerimento è quello di scrivere il meno possibile: ogni parola potrebbe ritorcesi contro chi la scrive, dal momento che la prescrizione decennale estingue il diritto del creditore di pretendere il credito, ma cosa diversa è se il debitore, in qualche modo, ammette la sussistenza del debito e si concentra troppo su questioni puramente formali.

L’unica cosa che può scrivere, se proprio vuole, è che non ricorda, né ritiene, di dovere alcunché. Punto. Tuttavia, è pronto ad onorare qualsiasi eventuale, accidentale inadempimento nel momento in cui le verrà integralmente fornita la documentazione che lei ha già ampiamente e dettagliatamente richiesto, senza omissioni, soprattutto riguardo le ricevute AR.

Copia di una comunicazione di diffida ad adempiere e di messa in mora, scritta ex post anche su carta intestata, siamo buoni tutti a confezionarla: un po’ più complicato è esibire gli originali delle ricevute AR rilasciate da Poste italiane, gli unici documenti che hanno valore probante in un eventuale contenzioso giudiziale.

Le eccezioni sull’importo usuraio degli interessi pretesi nel 2007 non è il caso sollevarle, adesso, e nemmeno sarebbe lo scambio epistolare la sede adatta a questo tipo di contestazioni: peraltro, come già evidenziato, se lei comincia a disquisire sull’importo degli interessi è come se, implicitamente, ammettesse il debito prima di una prova incontestabile della sussistenza dell’obbligazione.

17 Gennaio 2018 · Ludmilla Karadzic


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