Procedimento di esecuzione per parcheggio non pagato in Croazia












Ho ricevuto il 25 maggio 2019 un procedimento di esecuzione da un avvocato, per un mancato pagamento di un parcheggio il 24 aprile 2014 in Croazia.

Ho risposto che la multa è caduta in prescrizione perché trascorsi 5 anni.

Oggi mi hanno risposto che la scadenza dei 5 anni trascorre da quando sono riusciti ad ottenere informazioni sul proprietario del veicolo.

Mi hanno intimato a pagare altrimenti si rivolgeranno al tribunale croato e dovrò prendere un avvocato croato per difendermi e che le spese aumenteranno notevolmente.

Qui non si tratta di una sanzione amministrativa (multa) comminata per sosta del veicolo in zona delimitata da strisce blu, bensì del recupero del credito relativo ad un servizio fruito e non pagato.

Altrimenti, ammesso (e non concesso) che in Croazia siano vigenti, in tema di violazioni al Codice della strada, le medesime regole vigenti in Italia, più che contestare l’intervenuta prescrizione quinquennale, dovrebbe magari eccepire l’omessa notifica del verbale entro 90 giorni dall’infrazione commessa, o, meglio, entro 90 giorni dal momento in cui la controparte è venuta a disporre di informazioni certe riguardanti il proprietario del veicolo.

In ambito transfrontaliero UE, la competenza è del giudice del luogo in cui l’obbligazione è stata o deve essere eseguita. E, quindi, innanzi al giudice croato dovrebbe comunque far valere la nullità del verbale in quanto notificato fuori termine tassativo di 90 giorni o l’intervenuta prescrizione quinquennale della successiva ingiunzione.

Piuttosto, ci troviamo, più semplicemente, di fronte al tentativo di recupero di un credito relativo ad un servizio fruito e non pagato, e, allora, andrebbe appurato se è stato davvero in Croazia nel 2014, se ha davvero fruito del parcheggio a pagamento, se davvero ha dimenticato di corrispondere il costo del servizio. Aspetti sui quali, però, tace.

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1 Giugno 2019 · Giuseppe Pennuto