Debiti in italia e residenza estera

In ambito UE con decreto ingiuntivo europeo o nei pasi extra UE affidandosi ad un pool di avvocati operanti sul territorio il creditore potrà soddisfarsi












Dopo aver contratto molti debiti in italia, e non riuscendo più a fare fronte al pagamento di questi, preso dal panico, dallo sconforto, o per meglio dire dalla disperazione sono scappato all’estero, per tentare di intraprendere una nuova vita. Ora sono in portogallo, e ho un normale contratto di lavoro con una azienda portoghese a tempo determinato di 6 mesi che si rinnova di sei mesi in sei mesi.

Una finanziaria con la quale avevo contratto un debito di circa 20000 euro, ha ceduto il cedito a una agenzia di recupero crediti e questa mi ha inviato una lettera, in Portogallo, dove ora ho residenza, nella quale mi si intimava a pagare, o procedevano con il pignoramento di conti bancari, e del quinto di stipendio.

Volevo sapere se possono pignorarmi il conto portoghese, e il quinto di stipendio che ricevo da una ditta portoghese.

In teoria sarebbe possibile attivare azioni esecutive nei suoi confronti, affidandosi ad un pool di avvocati del posto che potrebbero presentare istanza finalizzata al pignoramento dello stipendio e del conto corrente ad un giudice portoghese, secondo le norme vigenti in quel paese.

Dopo aver, naturalmente, seguito scrupolosamente le procedure previste da qualche trattato bilaterale (ammesso che esista) o da direttive in ambito UE per la mutua assistenza al recupero crediti, e dopo aver effettuato la traduzione di tutte le carte processuali.

A quel punto,  se ciò accadesse,  sarebbe evidente pensare che lei non ci ha raccontato tutto:  lasciando l’Italia, per “riparare all’estero”, oltre ai 20 mila euro, deve essersi portato via anche la moglie (o la figlia) del creditore.

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21 Febbraio 2012 · Giorgio Valli