Una zia è deceduta il 9 giugno scorso e l’INPS ha ugualmente erogato il primo luglio una somma di circa 1600 euro, tra rateo pensione e quattordicesima. In banca era presente un ordine di bonifico permanente di circa 1200 euro per la casa di riposo, che è stato normalmente eseguito, rimanendo quindi un saldo attivo di euro 400. Una volta essere stata informata la banca ha regolarmente bloccato il conto. Ora succede che alcuni eredi, che sono sei, non accettano di ripianare il conto, seguendo le dovute procedure, adducendo il fatto che il recupero della quota di tredicesima e quattordicesima è inferiore a quello dovuto alla banca.
Francamente non mi è chiaro (colpa mia s’intende) cosa adducano gli eredi per non restituire all’INPS l’indebito pensionistico accreditato sul conto corrente dalla zia deceduta. Ma, poco importa: volenti o nolenti, a meno che non rinuncino formalmente all’eredità (che abbiano ereditato solo un debito non è rilevante – bisogna rinunciare anche al debito) saranno costretti a rifondere i mille e duecento euro circa che mancano all’appello (al netto dei ratei di quattordicesima cui la defunta aveva comunque diritto) gravati da interessi e spese d’esecuzione, attraverso la riscossione coattiva che sicuramente sarà avviata nei loro confronti dall’Istituto nazionale di Previdenza Sociale.
4 Settembre 2017 · Tullio Solinas