Sono titolare di un piccolo laboratorio artigianale che non regge più l’ impatto delle tasse e sta naufragando nel mare degli avvisi bonari (dovuti a diverse rate di imposte non pagate da almeno 4 anni a questa parte) che tra non molto non sarò più in grado di pagare (con tutto quel che ne consegue); vorrei chiederVi, allo scopo di poter proseguire la mia attività lavorativa, quale forma societaria mi suggerite di impiantare, una volta chiusa quella attuale (io penso entro la fine dell’anno o, al peggio, prima della prossima pausa estiva), in modo da tutelarmi il più possibile dall’inevitabile assalto di Equitalia (o chi per essa).
Non essendo proprietario di immobili ne’ di altro che possa interessare agli addetti alla riscossione (terreni, azioni/obbligazioni, gioielli, ecc.), vorrei sostanzialmente proteggere dalle loro pretese gli eventuali futuri introiti della nuova ditta, che intenderei aprire con mia moglie (anch’essa nullatenente).
La soluzione più adatta al caso e meno dispendiosa in termini economici di costituzione è la società unipersonale a responsabilità limitata (SURL), con socio unico sua moglie che, così, potrà limitare il rischio patrimoniale esclusivamente a quanto conferito.
Lei sarà certamente consapevole che la chiusura formale del laboratorio artigianale non estinguerà i debiti, fiscali e non, da lei assunti in corso di attività: potrà fornire, se necessario, collaborazioni occasionali o continuative secondo le modalità che il suo commercialista sarà sicuramente in grado di suggerirle.
In ogni caso, sarebbe meglio che lei e sua sua moglie adottaste anche un regime coniugale di separazione dei beni.
24 Ottobre 2016 · Ornella De Bellis