decreto ingiuntivo dalla Croazia per parcheggio non pagato


Possiamo fornirle una risposta veloce senz'altro, ma non servirà certamente a sciogliere gli interrogativi che lei pone.





Sabato 07 marzo 2015 mi è stata recapitata una raccomandata (prima non è mai arrivato un sollecito!) da uno studio legale croato inerente n°2 multe prese in un parcheggio privato (ma non ho mai trovato il tagliandino sul tergicristallo!!!) in data 16.08.11 e 22.08.11 con ora e luogo (Isola di Pag) del valore di 119 kune ciascuna, magicamente diventate 1580 (207 euro) kune per una serie di costi sostenuti quali spese postali, spese di traduzioni, spese legali e via dicendo.

La raccomandata intima anche, che il pagamento deve venire entro 5 gg dalla ricevuta della raccomandata altrimenti la multa subirà un’ ulteriore aumento fino a circa 277,00 euro. Inoltre specifica che ci sarà un decreto di esecuzione sulla base di un documento autentico e fa riferimento ad una legge art. 41 ed art. 5 del regolamento CE del Consiglio 44/2001 in caso di mancato pagamento con ulteriori interessi moratori…Questi signori non hanno notificato niente, non hanno fornito foto o prove che sia la mia auto (potrebbero anche aver sbagliato a segnare la targa in quanto non ho trovato il tagliandino) cosa devo fare pagare, il decreto ingiuntivo è valido anche in Italia? Quali conseguenze penali o pecuniarie possono incombere su di me? Metteranno una taglia sulla mia testa in Croazia. Confido in Voi in una risposta chiara e veloce.

Possiamo fornirle una risposta veloce senz’altro, ma non servirà certamente a sciogliere gli interrogativi che lei pone.

La stampa si è ampiamente occupata del problema: a riscuotere, con scarso successo ci avevano provato, su mandato di alcune società croate, prima degli avvocati italiani con un approccio stragiudiziale. Adesso tentano la sorte i colleghi croati con una strategia diversa, e più intimidatoria.

Peraltro, sono noti i metodi scorretti spesso utilizzati, in Italia e nell’UE, nel campo del recupero crediti: comunicazioni false ed ingannevoli che sembrano provenire dai tribunali, citazioni del trasgressore in fori che non sono competenti.

Non essendo possibile effettuare un’indagine approfondita sulla legittimità del decreto di esecuzione e delle notifiche dei verbali presupposti (i costi di una verifica in loco per un eventuale accesso agli atti sarebbero sicuramente superiori alla pretesa) restano le sole scelte soggettive.

In base ad esperienza, io non pagherei. Ma, naturalmente, potrei sbagliare.

Mi conforterebbe la circostanza acquisita che in Italia e nella Ue non si va in galera per debiti: al massimo potrei subire un pignoramento dello stipendio. Ma aspetterei l’evolvere degli eventi.

10 Marzo 2015 · Giuseppe Pennuto


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