Mi ricollego ad un quesito simile – Sono proprietaria del 50% di un immobile (terreno) in comunione ereditaria di provenienza paterna ricevuto con atto di successione unitamente ad un altro coerede. L’immobile è ancora indiviso, però il 50% del coerede è stato già venduto ad un nostro parente (cugino di 1° grado 4° collaterale) dopo il decesso del coerede a metà 2023.
Ora, la sottoscritta, essendo in comunione di beni ereditari, suppongo, avrebbe dovuto avere diritto di prelazione per un eventuale acquisto dell’altra metà dell’immobile; nonché, il parente acquirente ha anche un fratello (sempre cugino di 1° e 4° collaterale). Poiché abbiamo fissato un incontro con un notaio per dei chiarimenti procedurali, sono stati richiesti al Comune, da uno dei cugini, due certificati di stato civile dei nostri rispettivi genitori.
La mia composizione riporta entrambi i genitori deceduti, mentre il coerede non risulta deceduto. Il quesito che vorrei porvi è questo: datosi che, come accennato, risiedo fuori Comune a centinaia di km, desidero anch’io vendere il mio 50%. Quindi la proposta va fatta al parente che ha già acquistato l’altro 50%, entrando così in comunione di bene ereditari con il sottoscritto, o ad entrambi i fratelli (miei cugini) per pari condizioni? Inoltre è normale non aver inserito dal comune il decesso del coerede sul certificato?
L’articolo 732 del codice civile specifica che il coerede, in stato di comunione ereditaria, che vuol alienare ad un estraneo la sua quota o parte di essa, deve notificare la proposta di alienazione, indicandone il prezzo, agli altri coeredi (o ai loro dante causa), i quali hanno diritto di prelazione.
Ora il dante causa del coerede premorto è colui che ha acquistato la quota virtuale della comunione ereditaria: è a costui che va notificata la proposta di vendita con l’indicazione del prezzo per consentirgli, eventualmente, di esercitare il diritto di prelazione. Fratelli e sorelle dell’acquirente non entrano assolutamente in gioco.
Per accertare la morte di un soggetto va chiesto, all’anagrafe dell’ultimo Comune di residenza del defunto, un certificato di esistenza in vita.
27 Gennaio 2024 · Ornella De Bellis
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