Relazione medico aziendale poco chiara - Rischio di licenziamento per giustificato motivo oggettivo (inidoneità alle mansioni assegnate)
A seguito di visita medica aziendale su mia richiesta, il medico mi ha dichiarato idoneo con limitazioni. Ovvero "Non adibire per tre mesi il lavoratore a lunghi orari di piantonamenti in piedi", senza tuttavia specificare le ore. Oggi l'azienda mi ha dato un servizio di 8 ore in piedi, 4.30 + 4 intervallate da un ora di pausa. A parte un ricorso al giudizio del medico, detto orario assegnato è congruo con quanto prescritto dal medico aziendale. Faccio presente di essere ancora in terapia fisiatrica non terminata. ... [leggi tutto]
Licenziamento del lavoratore per giustificato motivo oggettivo - Illegittimo se intimato per una crisi aziendale in corso da tempo
Il giustificato motivo oggettivo alla base del licenziamento del lavoratore deve essere valutato sulla base degli elementi di fatto esistenti al momento della comunicazione del recesso, la cui motivazione deve trovare fondamento in circostanze realmente esistenti, con la precisazione che nella nozione di giustificato motivo oggettivo di licenziamento è riconducibile anche l'ipotesi del riassetto organizzativo dell'azienda attuato al fine di una più economica gestione di essa e deciso dall'imprenditore non semplicemente per un incremento del profitto, ma per far fronte a sfavorevoli situazioni, non meramente contingenti, influenti in modo decisivo sulla normale attività produttiva, imponendo una effettiva necessità di riduzione dei costi. Ne consegue che, seppure i criteri di gestione dell'impresa restano riservati al datore di lavoro, in quanto espressione della libertà di iniziativa economica, compete pur sempre al giudice il controllo della reale sussistenza del motivo addotto dall'imprenditore. Nel caso specifico esaminato dalla Corte di cassazione (sentenza 20534/15), il ... [leggi tutto]
Licenziamento per giustificato motivo oggettivo - A carico del datore di lavoro l'onere di dimostrare l'impossibilità di repèchage per il lavoratore licenziato
Il legislatore ha disciplinato le ipotesi in cui si presenta la necessità di sopprimere determinati posti di lavoro a causa di scelte attinenti all'attività produttiva, all'organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa (articolo 3 legge 604/1966). Compete ai giudice il controllo in ordine all'effettiva sussistenza dei motivo addotto dal datore di lavoro, il quale ha l'onere di provare, anche mediante elementi presuntivi ed indiziari, l'effettività delle ragioni che giustificano l'operazione di riassetto. Sotto il medesimo versante, va considerato che la dimostrazione della effettività delle ragioni sottese al provvedimento espulsivo, non è sufficiente da sola ad integrare gli estremi dei giustificato motivo oggettivo, essendo necessaria la prova della inutilizzabilità dei lavoratore in altre posizioni equivalenti, secondo un consolidato principio giurisprudenziale per il quale il licenziamento del lavoratore va adottato come soluzione estrema. Per giurisprudenza consolidata, infatti, vale il principio in base al quale il datore di lavoro ha l'onere ... [leggi tutto]
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