Diritto di abitazione spettante al coniuge superstite in casa coniugale di proprietà di terzi
Mio padre, rimasto vedovo, ha acquistato l'immobile ove risiedeva intestandoselo come prima casa e, pochi mesi dopo, ha contratto un nuovo matrimonio, in regime di comunione dei beni. La nuova moglie, proprietaria di un'altra abitazione, non ha mai trasferito la residenza nella casa acquistata da mio padre. Durante l'anno alternavano la convivenza in una o nell'altra abitazione. Mesi prima di morire, con atto notarile, mio padre decideva di vendere la nuda proprietà dell'immobile, precedentemente acquistato, ai suoi due nipoti con la salvaguardia dell'usufrutto per sè stesso. Dopo la morte di mio padre la moglie vi dimora stabilmente, ma vi ha diritto ad abitare, considerando che non provvede a pagare le utenze domestiche (ancora intestate al de cuius) e le altre spese? ...
In quanto debitore, sono stato citato in revocatoria per un immobile da me donato al coniuge e sul quale ho trattenuto per me il diritto di abitazione. Vorrei gentilmente sapere se il creditore dovesse vincere la revocatoria e l'immobile tornando nella sfera del debitore gli si potrebbe opporre il diritto di abitazione impignorabile e impedire quindi il pignoramento? ...
Convivenza more uxorio: il beneficiario, il quale ha avuto in eredità l'immobile, non può cacciare dall'abitazione il convivente del deceduto. L'azione di spoglio per riprendere possesso dell'appartamento è legittima, perché con la lunga relazione si crea un interesse che merita tutela. La convivenza more uxorio, quale formazione sociale che dà vita ad un consorzio familiare, determina, sulla casa di abitazione ove si svolge e si attua il programma di vita in comune, un potere di fatto basato su un interesse proprio del convivente e diverso da quello derivante da ragioni di mera ospitalità. Tale interesse assume i connotati tipici di una detenzione qualificata che ha titolo in un negozio giuridico di tipo familiare. Pertanto l'estromissione violenta o clandestina dall'unità abitativa, compiuta dal convivente proprietario ai danni del convivente non proprietario, legittima quest’ultimo alla tutela possessoria, consentendogli di esperire l'azione di spoglio. Questo l'orientamento espresso dalla Corte di Cassazione con sentenza ...