Mia madre 22 anni fa mi ha donato un immobile, nel quale abbiamo vissuto insieme fino alla sua scomparsa, 11 anni orsono.
Mio fratello, unico altro erede, e con il quale non siamo mai stati in buoni rapporti, è emigrato in Germania 25 anni fa: non ha mai eseguito un’opposizione né all’eredità né alla donazione.
Avendo trovato un acquirente, vorrei sapere se ora, volendomi trasferire, posso vendere l’immobile o se lo stesso è ancora a rischio di azioni da parte di mio fratello.
Per cominciare va detto che in occasione dell’acquisto di un immobile e quindi sin dalla stipula del preliminare il promissario acquirente (colui che si impegnerà ad acquistare l’immobile) deve verificare se il venditore (cioè lei) abbia acquisito il bene mediante donazione o se comunque nella “catena” dei trasferimenti che precedono l’acquisto del proprio dante causa sia stata effettuata una donazione.
Se è effettivamente presente una donazione bisogna distinguere se il donante sia ancora vivente o meno.
Nel suo caso, ovviamente no.
Dunque, nel caso il donante (sua madre) sia deceduto da più di 10 anni, secondo l’orientamento prevalente in tema di prescrizione, confermato anche dalle Sezioni Unite della Cassazione, il diritto ad agire in riduzione deve ritenersi prescritto per cui non vi è più alcun rischio né per lei né per il futuro acquirente, perché le azioni di riduzione e restituzione non potranno più essere esercitate.
Inoltre, nel caso siano decorsi più di 20 anni dalla data della donazione, a prescindere dalla circostanza che il donante sia ancora vivente o sia già deceduto, se entro questo termine non si è verificata opposizione da parte del coniuge o di parenti in linea retta, l’azione di restituzione non potrà più essere esercitata e pertanto non c’è più alcun rischio.
Dunque, è chiaro che lei possa vendere liberamente l’immobile.
20 Dicembre 2017 · Gennaro Andele