Fisco e controlli – L’Agenzia delle Entrate può controllare i nostri conti correnti?


Per combattere l’evasione fiscale, la Corte dei Conti ipotizza la possibilità di indagare anche la consistenza del conto corrente del presunto evasore





Ho letto su internet e sentito in molti programmi televisivi che grazie ad una riforma sarà molto più facile per l’Agenzia delle Entrate accedere ai conti correnti dei contribuenti per controlli fiscali.

E’ vero?

Una nuova misura per indagare sulle reali posizioni di milioni di italiani dove l’Agenzia non avrà più barriere per le sue indagini: la riforma della riscossione è in programma e potrebbe essere presto opera dell’attuale Governo presieduto da Mario Draghi.

Una precisa indicazione in merito arriva al dalla Corte dei Conti che nel suo “Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica 2021”, ipotizza la possibilità di indagare per l’Agenzia delle entrate la consistenza di un conto corrente e non soltanto l’esistenza.

La Corte, inoltre ipotizza l’adozione di tecniche più severe per combattere l’evasione, di qualsiasi tipo esso sia, dal ritorno al pignoramento della prima casa ed all’inasprimento generale di tutte le misure esecutive praticabili.

Governo e giudici contabili battagliano, in un certo senso, per arrivare ad un punto comune che renda possibile una diversa indagine nei confronti dei debitori a metodi di pignoramento precisi ed efficaci. Le due posizioni appaiono in alcuni punti però distanti, a sentire la posizione dei giudici contabili in merito alla revisione di particolari criteri di esigibilità: “È questa una eventualità da scongiurare, che altererebbe radicalmente il sistema di gestione dei tributi fondato, come è noto, sull’adempimento spontaneo e nel quale la riscossione coattiva delle somme ancora dovute costituisce complemento imprescindibile.

Se l’adozione di criteri selettivi, infatti, può considerarsi fisiologica per individuare le posizioni da sottoporre a controllo (sostanziale), non appare compatibile con il corretto funzionamento del sistema che gli esiti dei controlli automatici e dei controlli sostanziali delle posizioni fiscali non comportino poi concrete ed efficaci azioni per la loro riscossione, quale che sia l’importo degli stessi”.

Una riforma necessaria che potrebbe portare ad una serie di inconvenienti per milioni di cittadini, con controlli che arriverebbero fino agli estremi del proprio conto corrente. Parliamo di situazioni limite che prevedrebbero la presa in esame di una serie di aspetti tecnici legati alla posizione del debitore che rischierebbe una seria indagine fiscale che arriverebbe fino al salto del proprio conto corrente postale o bancario.

A questo punto si attende di capire quali saranno le prossime mosse di Governo e Corte dei conti che dopo una iniziale pace fiscale, come di fatto è avvenuto per numerosi anni precedenti rispetto all’esigibilità di determinati tipi di tasse restate per cosi dire, sospese.

E’ chiaro che il punto più importante per i cittadini, al di la di responsabilità vere o presunte circa il non pagamento di tasse e quant’altro resta la possibilità che siano in qualche modo violati i propri conti corrente, una dinamica che di certo metterebbe in posizioni non del tutto piacevoli, probabilmente, milioni di cittadini. Bisognerà, dunque, attendere, eventuali nuove evoluzioni.

5 Giugno 2021 · Paolo Rastelli


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