Mi riferisco a questo topic: ebbene, il nostro parente è tuttora in vita, e abbiamo controllato il numero che ci ha chiamato appartiene realmente ad una finanziaria ed allora ci chiediamo se sia legittimo questo comportamento e se non si violi la privacy delle persone informando altra gente di questioni personali.
Si tratta di una tecnica comune a molti operatori di società di recupero crediti. Pressione psicologica o, più “tera tera”, sputtanamento del debitore.
Va bene fino a quando non incontrano qualcuno che sporge regolare denuncia all’Autorità Giudiziaria e segnala la società al Garante della Privacy.
Ma, credo, che alla fine abbiano ragione loro. L’impunità per gli abusi e le violazioni della privacy è pressoché totale, in quanto sono poche le vittime che reagiscono e passano dalle parole ai fatti.
Basta leggere questa storia, verissima, per sapere che fine fa l’agente scorretto. E mi chiedo, spesso, quante denunce ci sarebbero se il debitore sapesse che poi, per evitare ulteriori grane, il credito viene quasi sempre classificato come inesigibile (insomma, va in cavalleria ..).
12 Giugno 2012 · Loredana Pavolini