Fatturazione telefonia ritorna da 28 a 30 giorni: ma i costi aumentano! – Scherziamo?


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Faccio parte della schiera dei consumatori fortemente indignati dalle tariffe di telefonia o altro, imposte coattamente dalle compagnie ogni 28 giorni invece del vecchio mese solare.

Avevo gioito, come molti credo, dopo la decisione del governo di imporre alle società erogatrici di servizi il ritorno alla fatturazione normale, ovvero ogni 30 o 31 giorni.

Ma per noi poveri illusi, come si suol dire, mai una gioia.

Ho da poco, infatti, ricevuto l’sms dalla compagnia telefonica, con la quale ho un contratto per il “mobile”, la quale mi informa del ritorno alla fatturazione, diciamo, lunga.

La società, però, mi informa che i costi saranno rivisti: ergo, pagherò di più.

Io mi chiedo, ma stiamo scherzando?

Mi sembra l’ennesima beffa: quando la fatturazione era diminuita a 28 giorni i costi non erano diminuiti!

Siamo di fronte all’ennesima truffa: come possiamo difenderci?

Con l’approvazione della legge 172/17, gli operatori telefonici avevano ricevuto un ultimatum: 120 giorni di tempo per eliminare definitivamente la fatturazione a 28 giorni e ritornare a quella mensile o ai multipli del mese.

La domanda, sorgeva spontanea: cosa sarebbe accaduto dopo la scadenza del termine ultimo (5 aprile 2018)? Le società avrebbero accettato la decisione a testa bassa o avrebbero trovato la solita scappatoia per aggirare la legge?

Ebbene, lei, come molti altri in questi giorni, ci hanno fornito già la risposta.

Alcune compagnie hanno già comunicato tramite sms agli utenti l’aumento delle tariffe.

Dunque, praticamente, non cambia nulla: la fatturazione a 30 o 31 giorni anziché ogni 28, con l’aumento, rende il prezzo complessivo annuo resta sempre lo stesso.

In parole povere, più tempo per pagare, ma costi più alti.

Molti consumatori si stanno già ribellando, ed alcune associazioni dei consumatori, raccogliendo i casi in esame, hanno presentato un esposto all’Agcm: ma i tempi si sa, per queste cose, sono lunghi.

Bisognerà dunque attendere la decisione dell’Antitrust con pazienza.

Nel frattempo, l’unica via percorribile è la disdetta ed il passaggio ad altro operatore (ma tanto già sappiamo che tutte le società utilizzeranno lo stesso espediente).

Purtroppo, la legge consente agli operatori di modificare le condizioni del contratto unilateralmente, sempre con preavviso.

Il solo modo di non accettare è recedere dal contratto, nei tempi previsti, senza pagare la penale.

Praticamente un ricatto: o così, oppure recedi e passa ad altro. Ma tanto fanno tutti così e senza cellulare, ai tempi di oggi, è difficile stare!

Dunque, mio caro, purtroppo la strada da seguire è questa: per prima cosa contatti un’associazione dei consumatori. Il suo caso sarà preso in esame insieme agli altri per l’inizio di una class action.

Poi, se riesce a trovare una compagnia che non applica aumenti, receda dal contratto e passi ad altro operatore: ma la vedo difficile!

Certo, se tutti, per protesta, rimanessimo senza telefonino sarebbe altra storia..ma questa è un’utopia!

5 Febbraio 2018 · Giovanni Napoletano


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