Mia zia è appena deceduta lasciandomi con testamento olografo redatto da un notaio il suo unico bene, la casa di residenza. Non era mai stata sposata né aveva avuto figli. Ha solo tre fratelli (tra cui mio padre) viventi.
Essendo morta in attività lavorativa e senza eredi diretti il tfr andrà in successione. Tra l’altro aveva anche molti debiti che andranno anche loro agli eredi.
Un avvocato mi ha detto che essendo io l’unico erede dell’unico bene diventerei erede universale, prendendo anche tutto il tfr, il che mi permetterebbe di pagare tutti i debiti e forse mi resterebbero anche dei soldi. È corretto quello che dice l’avvocato o il tfr va cmq ai fratelli?
La defunta, poiché non aveva coniuge, figli e ascendenti (i genitori) superstiti poteva lasciare il 100% del proprio patrimonio per testamento. Quindi gli eventuali eredi legittimi in assenza di testamento (i tre fratelli) nulla possono eccepire sull’assegnazione della casa al nipote della defunta.
Tuttavia, secondo l’articolo 588 del codice civile, le disposizioni testamentarie sono a titolo universale e attribuiscono la qualità di erede (universale), se comprendono l’universalità dei beni del testatore.
Nel caso specifico il TFR maturato dalla zia al momento del decesso non è incluso, ci sembra di capire dal suo quesito, nella disposizione testamentaria, sicché esso spetta, in assenza di coniuge, figli e ascendenti della defunta, per l’intero ai tre fratelli superstiti i quali, qualora accettassero, diventerebbero eredi e, pertanto, obbligati anche al rimborso degli eventuali debiti lasciati dalla defunta.
12 Aprile 2018 · Ludmilla Karadzic