Dubbi su saldo e stralcio – Agente senza mandato?






Alcuni anni fa ho contratto, in società con un altro, un mutuo chirografario per l’acquisto di un’attività che non ha funzionato e mi trovo tutt’ora con il mutuo da saldare.

Non ho più la residenza, né un lavoro e indirizzo fisso, tuttavia, ho sempre comunicato i miei recapiti (telefono e pec società). L’anno scorso sono stato chiamato dal ramo della banca che gestisce i crediti in sofferenza, li ho incontrati e ho avanzato una proposta di saldo e stralcio, senza avere più nessun riscontro da parte loro.

Qualche settimana fa, sono stato contattato da un agente che avrebbe il mandato da parte della banca per tentare una soluzione stragiudiziale. L’ho incontrato e ho avanzato sempre una proposta di saldo e stralcio che dovrò ora perfezionare inviandogli una proposta scritta intestata alla banca.

Rispetto all’anno scorso, il contesto è molto diverso. Chi gestisce la pratica non si è qualificato con chiarezza (avrebbe il mandato da parte della banca o personalmente o per conto di una società di recupero crediti di cui è collaboratore/socio), né ha dato importanza alle definizioni, né mi ha fornito una documentazione dettagliata sulla posizione debitoria, ha sbagliato anche l’intestatario della proposta (banca al posto del suo ramo).

L’agente mi ha fornito solo il numero della posizione e mi ha fatto vedere sul suo portatile una schermata grigia copiata su un documento word. Per procedere, dovrei scrivere la proposta intestata alla banca, specificando che non ho più la residenza e le comunicazioni avverranno via email e inoltrargliela.

Successivamente sarà sua premura contattare la banca e il fondo di garanzia (c’è un fondo che garantisce parte del capitale) e mi inoltrerà sempre via email la delibera che può essere positiva o negativa. Il tutto da fare al più presto perché passato agosto, riprendono lavoro tutti e se fanno verifiche, la proposta potrebbe anche non essere accolta. Forse, l’unico aspetto positivo dell’incontro è che ci siamo incontrati in una sede della banca che vanta il credito e comunque ha dovuto chiedere il favore di farci accomodare in un ufficio.

Dopo l’incontro mi sono informato e gli ho scritto, chiedendogli la lettera di cessione o il mandato/incarico che opera per conto della banca e l’estratto conto cronologico della posizione e gli ho comunicato anche un indirizzo fisico per la gestione di questa pratica. L’agente mi ha scritto sostenendo che non dispone altro sulla nostra posizione, se non quello che mi ha fatto vedere, ha avuto l’incarico dalla banca che di solito manda prima al debitore una lettera di recesso, ha ignorato l’elezione di un indirizzo fisso e pretende ancora che gli invii via email la proposta entro breve.

Come ci si deve comportare? Vorrei avanzare la proposta, ma chi gestisce la pratica non mi dimostra chi è, non dispone nulla di dettagliato sulla posizione e preferisce fare tutto via email. Ammesso che la proposta venga accolta, non mi voglio ritrovare dopo un anno o due di nuovo nel giro con qualche altra società che pretende lo stesso debito.

Potrei insistere e pretendere da lui l’incarico o la lettera di cessione e l’estratto conto? È un mio diritto? Visto che quasi sicuramente non lo farà, come procedere?

Fare verifiche su chi sia e se veramente gestisce la posizione per conto della banca? Chiedergli l’indirizzo suo e della società di recupero della quale è collaboratore/socio e scrivergli una raccomandata chiedendogli quello che gli ho già chiesto? Insistere che tutto venga inviato all’indirizzo che ho scelto per questo caso e non via email? Usare la pec della società? Oppure lasciare stare tutto e aspettare la prossima chiamata?

Non sono pochi i punti oscuri ed ambigui della vicenda: molto probabilmente, e nella migliore delle ipotesi, si tratta di un soggetto, con contatti all’interno dell’istituto di credito, che si presenta al debitore come mandatario della banca e viceversa. Obiettivo: spuntare una provvigione per la composizione stragiudiziale del contenzioso.

In ogni caso, per evitare ulteriori e più gravi rischi sempre possibili (truffa), al signore in questione andrebbe chiesta l’esibizione dell’improbabile mandato conferito dalla banca e, a fronte di un conseguente ed inevitabile diniego, la prudenza esigerebbe di troncare ogni rapporto.

24 Agosto 2016 · Ornella De Bellis


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