Ho acquistato da poco un Huawei P20, modello di punta dell’azienda cinese: come molti altri, sono rimasto sconvolto dalla notizia che lo smartphone non supporterà più Android, a causa del “litigio con Google.
Ma, insomma, cosa succederà adesso per chi possiede questo tipo di cellulare.
Praticamente, cosa cambia per noi utenti?
Nella giornata di ieri, 20 Maggio 2019, una breaking news ha tuonato e riecheggiato in tutte le case del globo: dopo la decisione del governo USA, che la settimana scorsa ha inserito Huawei nella blacklist commerciale, anche Google ha annunciato la sospensione dei propri rapporti con il colosso cinese.
In molti si sono fatti prendere dal panico, chiedendosi cosa faranno ora con il proprio smartphone, magari pagato anche svariate centinaia di euro.
Per la compagnia cinese, e per il brand HONOR, restano aperte le porte dell’AOSP, la versione open source di Android, ma diventa impossibile accedere ai servizi proprietari, come il Play Store, Gmail e molti altri.
Dunque, chi è in possesso di uno smartphone Huawei, con l’Italia che svetta per le vendite di smartphone e tablet del colosso cinese, cosa rischia?
Tutto questo, però, preoccupa gli utenti e le associazioni dei consumatori non hanno certo intenzione di stare a guardare.
Roberto Tascini, presidente dell’ADOC (Associazione Difesa Orientamento Consumatori), esprime la propria preoccupazione, invitando Google e le istituzioni italiane ed europee a fare chiarezza sulla vicenda, al fine di garantire usabilità e aggiornamenti di sicurezza per i possessori di smartphone e tablet Huawei.
Dello stesso avviso è anche Codacons, che si prepara a scendere in campo a tutela degli italiani, senza escludere la possibilità di avviare una class action che porti un rimborso agli utenti che vedranno limitate le funzionalità dei propri smartphone a causa della decisione di Google.
Ma perché Google è stata così solerte nel recepire la direttiva dell’amministrazione Trump tagliando i ponti con Huawei?
La risposta va ricercata nei dubbi che il governo USA si sta ponendo nei confronti del colosso di Mountain View, diventato troppo potente nel campo dell’informazione e in grado di indirizzare l’opinione pubblica “manipolando” in qualche modo le notizie.
21 Maggio 2019 · Patrizio Oliva
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