Detrazione fiscale per figlio convivente che ha cominciato a lavorare

Se il figlio supererà la soglia di reddito prevista per essere considerato a carico fiscale, il padre potrà rimediare con la dichiarazione dei redditi












Ho tre figli di cui uno iniziò a lavorare nel 2017, quale pensionato, non avevo fatto la variazione sullo stato di famiglia conviventi e pertanto mi è arrivato un recupero dalla Agenzia delle Entrate per l’assegno percepito ossia quale reddito cumulativo. Questo figlio nel 2018 ha residenza e convivenza a se. Poiché ho un altro figlio che lavora con apprendistato di sei mesi, chiedo se è il caso di fare subito la variazione Inps e se con la variazione fuori stato di famiglia detto figlio può continuare ad avere residenza attuale con i genitori o deve cercare residenza propria.

Se ritiene che suo figlio percepirà nel corso del 2021 un reddito superiore a 2840,51 euro, allora le conviene comunicare all’INPS (se ci sono ancora i termini per la comunicazione), la perdita del diritto alla detrazione in modo da evitare complicazioni con l’Agenzia delle Entrate.

In alternativa, l’anno prossimo, con la dichiarazione fiscale 2022 – anno di imposta 2021, verificato il reddito percepito maggiore della soglia nella Certificazione Unica che verrà trasmessa dal datore di lavoro di suo figlio, potrà eventualmente presentare il modello 730 per conguagliare le detrazioni godute senza averne diritto nel corso nel 2021, compensandole con il pagamento delle eventuali imposte che risultassero a suo debito.

In questo modo non si potrà verificare, nel futuro, alcun recupero forzoso da parte dell’Agenzia delle Entrate.

In ogni caso, suo figlio potrà risiedere dove meglio crede: la convivenza padre figlio non si riflette in alcun modo sul diritto, o meno, di percepire le detrazioni fiscali per figlio a carico da parte del padre pensionato.

[ ... leggi tutto » ]

19 Maggio 2021 · Giorgio Valli