DOMANDA
La recupero crediti CSM di Roma, per conto di IFIS Banca, mi ha mandato una semplice lettera chiedendo di contattare la signora Tal dei Tali al numero X per la pratica che mi riguarda. Li ho invitati al dialogo tramite posta certificata e mi hanno risposto che per inviarmi i documenti relativi alla pratica, devono avere copia della mia carta di identità. Se no posso contattare il loro avvocato di cui hanno fornito nome, numero di telefono e email in copia conoscenza. Ho fatto una ricerca e questo avvocato non è iscritto all’ordine degli avvocati di Roma ed il suo numero di telefono risulta soltanto nei servizi come Tellows sotto la voce “recupero crediti”. Io, anche volendo, ora come ora non posso pagare nulla. Mi ero rivolta ad un avvocato (gratuito patrocinio) e lei aveva comunicato con IFis per me, informandoli della mia attuale situazione economica. A questo giro non l’ho disturbata, principalmente perché questa recupero crediti mi sembra poco seria e truffaldina. Sbaglio? Devo preoccuparmi?
RISPOSTA
Per il momento se la missiva non è raccomandata con riscontro di ricezione può cestinarla: si tratta delle solite, misere millanterie di cui si servono gli addetti del recupero crediti che si spacciano per avvocati del foro.
Se ne riparla appena il cessionario IFIS (e non CSM) formulerà una richiesta ufficiale di rimborso di crediti acquistati per qualche decina di euro.
Qualora, per ora, decidesse di assecondare la richiesta di controparte con l’invio di copia fronte retro di un documento di identità, mi raccomando di barrare la copia con un doppia riga diagonale, lasciando visibili i dati riportati sul documento di identità (nome, cognome, ente e data di rilascio, numero identificativo del documento): all’interno della doppia riga va specificato, con scrittura a mano e inchiostro indelebile, che si tratta di copia destinata a CSM Recupero crediti e finalizzata alla lavorazione della pratica di definizione bonaria di una pretesa creditizia rivolta all’intestataria del documento. Questo perchè non sarebbe la prima volta, e nemmeno l’ultima, che il documento inviato in copia immacolata, venisse poi utilizzato da terzi per un furto di identità, magari per l’istruttoria finalizzata alla concessione di un prestito.
4 Ottobre 2024 - Ludmilla Karadzic
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