Coronavirus – Per gli Italiani è ancora possibile viaggiare nel mondo?






La prossima settimana ho in programma un viaggio, prenotato da tempo, con la mia ragazza in Belgio: non ho capito, però, se, essendo residente in Lombardia, mi sarà negata la possibilità di partire o meno.

Quali sono le restrizioni?

Con lo scoppio del Coronavirus l’Italia ha imposto il blocco dei voli provenienti dalla Cina ma oggi, come terza nazione più colpita al mondo, sono i viaggiatori italiani ad essere considerati un rischio per gli altri.

Il Covid 19 è riuscito anche a ridisegnare le frontiere, e sono sempre di più le nazioni che impongono blocchi o quarantene per chi arriva dall’Italia e in particolare da Lombardia Veneto, le regioni più colpite.

Prima di partire è quindi bene informarsi prima di trovare sgradite sorprese alla frontiera.

Tra le prime a chiudere i propri confini Mauritius, che il 24 febbraio ha impedito lo sbarco a passeggeri lombardi e veneti atterrati su un volo Alitalia.

A ruota la Romania ha fatto sapere che imporrà la quarantena obbligatoria a tutti i passeggeri provenienti dalle regioni più colpite dal coronavirus del nostro Paese.

Anche la Croazia ha predisposto che tutti i passeggeri provenienti da Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte siano sottoposti a controlli sanitari specifici in porti e aeroporti, previsto l’isolamento in ospedale per chi ha sintomi influenzali e verifiche obbligatorie per i 14 giorni successivi all’ingresso nel Paese per chi non ha sintomi.

Sono sconsigliati i viaggi in Lombardia e Veneto, e inoltre il governo croato ha bloccato tutte le gite scolastiche in Italia e messo in isolamento domiciliare 42 studenti appena rientrati da un viaggio a Venezia.

Sulla stessa linea la Serbia, dove il governo non esclude la chiusura delle frontiere e intanto il Ministero della Sanità ha già annunciato controlli stringenti per chi arriva nel Paese, fermato i viaggi di istruzione e consigliato ai cittadini di non fare viaggi nelle zone del focolaio del virus in Italia.

Così la Federazione croato-musulmana, una delle due entità che compongono la Bosnia-Erzegovina, che per i passeggeri in arrivo dall’Italia prevede gli stessi controlli sanitari già predisposti per chi arriva dalla Cina.

Sconsiglia i viaggi in Italia anche l’Irlanda, che sta valutando se prevedere misure speciali in occasione della partita del Sei Nazioni di rugby Irlanda-Italia che si terrà il 7 marzo a Dublino.

In Francia, anche se è rimasta inascoltata la proposta di Marine Le Pen di chiudere le frontiere, il ministero della Salute ora invita tutti coloro che arrivano da Lombardia e Veneto – così come dalla Cina, Hong Kong, Macao, Singapore e Corea – a stare in isolamento volontario per 14 giorni controllando la temperatura almeno due volte al giorno.

Anche la Gran Gran Bretagna ha appena imposto l’auto-isolamento per 14 giorni a chi arriva da un Paese dal Nord Italia (a nord di Pisa, Firenze e Rimini) e presenti sintomi «anche leggeri» di un potenziale contagio. La quarantena è invece obbligata, per lo stesso periodo di tempo, per quelli che arrivano dai comuni della Lombardia e del Veneto dove ci sono i focolai, anche se non hanno sintomi. Nessuna prescrizione particolare, o imposizione di isolamento, invece, dalla Germania e dalla Svizzera, che continueranno con i controlli ormai di routine.

Molto più drastiche le misure fuori dal Vecchio Continente: in Israele il ministro della Sanità Yaacov Litzman, oltre a sconsigliare i viaggi nel nostro Paese, si è detto pronto a chiudere immediatamente le frontiere ai viaggiatori provenienti dall’Italia.

Così come ha già fatto il Kuwait che ha messo al bando tutti i voli da e per Italia, Thailandia e Corea del Sud.

La Giordania ha comunicato di aver deciso il divieto di ingresso nel Paese ai viaggiatori provenienti dall’Italia e negherà il visto ai viaggiatori che siano stati in Italia, Cina, Corea del sud e Iran nei 14 giorni precedenti l’arrivo in Giordania.

Chiudono le frontiere anche le Seychelles, che hanno vietato a tutte le compagnie aeree con voli diretti sulle isole di imbarcare passeggeri che siano stati in Italia, Cina, Sud Corea e Iran negli ultimi 14 giorni.

Analogo provvedimento lo ha preso lo Stato polinesiano di Samoa: i passeggeri provenienti o in transito dall’Italia saranno ammessi nel Paese solo se hanno trascorso 14 giorni di quarantena in un Paese in cui non ci siano stati casi di coronavirus e sono in possesso di certificazione medica non più vecchia di tre giorni in cui sia scritto che non si è stati contagiati.

Il presidente di El Salvador, Nayib Bukele, ha imposto il divieto di ingresso nel Paese per le persone in viaggio da Italia e Corea del Sud e ordinato che tutti coloro che sono entrati nel Paese negli ultimi giorni siano messi in quarantena per un mese. Il Kirzighistan impone invece la quarantena precauzionale di 14 giorni a chi arriva dall’Italia.

Intanto il Vietnam ha fatto saper di volersi riservare la facoltà di adottare misure restrittive verso i viaggiatori provenienti dal nostro Paese o altre aree a rischio, anche senza preavviso.

Possiamo ancora viaggiare con una certa tranquillità invece negli Stati Uniti: gli Usa non sconsigliano nemmeno i viaggi in Italia, ma raccomandano i cittadini in transito nel nostro Paese di prendere tutte le misure precauzionali del caso come lavarsi le mani spesso e evitare il contatto con persone ammalate.

Tutto questo non potrà che pesare ulteriormente sul comparto dei viaggi già messo in ginocchio prima della crisi italiana per via della psicosi scatenata dal Coronavirus.

Dopo aver assistito all’azzeramento delle domande di viaggio anzitutto la Cina e in generale verso l’Asia, ora gli operatori delle associazioni di settore – Aidit, Assoviaggi, ASTOI e Fto – prevedono danni ancora più gravi.

Per questo chiedono che il Governo dichiari lo stato di crisi del comparto, e prenda provvedimenti urgenti in termini fiscali ma anche diplomatici invocando chiarezza a tutti i Paesi che intendono adottare misure restrittive verso i viaggiatori provenienti dall’Italia.

27 Febbraio 2020 · Andrea Ricciardi


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