Possibile contestazione di fruizione indebita di energia


Fornitura gas e bollette, tutela consumatore gas acqua luce





Nel 2015 ho acquistato un terratetto (abitazione che si estende in senso verticale, dal pianoterra al tetto), in stato inabitabile, che ho poi ristrutturato nell’arco di un anno e mezzo.

Non appena sono stati installati gli impianti, ovvero a fine 2016, ci siamo resi conto che sia gas che acqua erano funzionanti, perciò abbiamo contattato i gestori di zona per sapere a chi fossero intestati.

Risposta: nessuno dei due contatori appariva intestato ad un utente, ma anzi, risulta che la fornitura fosse stata interrotta e perciò non avrebbero dovuto funzionare.

Abbiamo scritto al distributore del gas, che ha confermato la riapertura impropria dell’impianto, ha preso la lettura aggiornata, e ci ha comunicato che i consumi effettuati in assenza di contratto sarebbero stati addebitati al venditore con cui avremmo stipulato un nuovo contratto.

In seguito a questo, non hanno proceduto ad una piombatura o ad un’interruzione, per cui il gas è rimasto aperto e funzionante. Non ho abitato nella casa fino ad agosto 2018 per problemi familiari, ma qualche volta ho usato il gas per riscaldare gli ambienti se mi recavo per pulire o per passare un fine settimana.

Premettendo che una volta trasferita stabilmente ho stipulato un regolare contratto, e che hanno aggiornato la lettura includendo quanto ho consumato, mi è comunque venuto il dubbio che possano decidere di attuare una denuncia penale per furto oltre a richiedermi di pagare quanto ho consumato (il che, ovviamente, sono più che disponibile a fare).

Esiste questa possibilità? Io adesso ho un contratto regolare e sto pagando le bollette, ma ho usufruito del gas anche prima di avere il contratto.

Non credo assolutamente possano verificarsi le circostanze che lei paventa, soprattutto se ha tenuto traccia delle comunicazioni intercorse con il gestore di zona della distribuzione di metano.

Ad ogni modo, quello a cui potrebbe andare incontro, nel peggiore dei casi, è la contestazione di fruizione indebita di gas, ma non di furto.

Nella fattispecie qui riferita, lei potrebbe, solo per fare un esempio, aver preso possesso di un immobile precedentemente locato ad una Pubblica Amministrazione (a servizio di una mensa comunale) che, cessato il contratto di locazione (non si tratta di un caso infrequente) non avesse effettuato il recesso dal contratto di fornitura di gas. Si tratterebbe allora di indebita fruizione di gas, contestazione attivabile, peraltro solo su denuncia di chi avesse pagato la fornitura al suo posto (le amministrazioni pubbliche, il più delle volte, nemmeno sanno dove, quanto e perchè pagano, mentre un privato cittadino si accorgerebbe degli addebiti in assenza di consumi).

Se, invece, ci fosse stata una evidente manomissione al contatore dei consumi (precedentemente sigillato), oppure il prelievo fosse stato effettuato attraverso l’inserimento abusivo di condutture nella rete di distribuzione (ipotesi pressoché impossibile qualora la rete di distribuzione risultasse monitorata per rilevare cali di pressione), per mezzo di un impianto rilevabile icto oculi, solo in tale fattispecie, lei sarebbe inevitabilmente reo di un furto di gas metano con tutte le aggravanti contestabili (articolo 624 del codice penale – un anno di reclusione e 200 euro di multa, in media).

28 Dicembre 2018 · Marzia Ciunfrini

Avrei bisogno di un paio di chiarimenti, se è possibile. In primo luogo, cosa si intende per “evidente manomissione al contatore dei consumi (precedentemente sigillato)” ? Il contatore è, ed è sempre stato, in buone condizioni; tanto che, al controllo dell’incaricato dell’azienda distributrice, non è stato sollevato alcun dubbio sullo stato del misuratore. Ciò nonostante, sono certa che in passato sia stato apposto un sigillo, poichè l’azienda distributrice ha comunicato che la fornitura fu interrotta nel 2010. Come interromperla se non con sigilli? Tra l’altro era presente un vecchio sigillo appeso al contatore, che è stato ignorato dai tecnici stessi, i quali hanno addirittura detto che potevamo toglierlo in quanto semplicemente lasciato lì dopo un intervento di rimozione passato. L’azienda distributrice ha il nome del precedente intestatario; non si tratta pertanto di pubblica amministrazione, ma di un privato che per qualche motivo ha impropriamente riaperto l’impianto in data non ben definita. Tutto questo è a conoscenza dell’azienda in quanto segnalato da me non appena ho realizzato che era presente una fornitura di gas funzionante. Adesso ho un regolare contratto e non sono stati fatti controlli aggiuntivi, è semplicemente stata aggiornata la lettura del contatore. Devo comunque preoccuparmi? Grazie per la vostra disponibilità.

Tecnicamente la fornitura di gas può essere interrotta in modo invasivo tagliando ed otturando la conduttura a valle del contatore oppure, laddove è possibile, chiudendo l’erogazione da apposita manopola (chiave d’arresto) e sigillandola in modo da impedirne la riapertura.

Se c’è stata una violazione dei sigilli antecedente al periodo in cui lei ha fruito del gas, la faccenda avrebbe potuto complicarsi, dal momento che lei avrebbe dovuto richiedere subito, contestualmente alla presa di possesso dell’immobile, l’intervento dell’azienda di gestione della rete.

Credo, tuttavia, che la questione si sarebbe comunque risolta, in base a quanto lei riporta, addebitando a lei, come consumi, la differenza fra la lettura effettuata all’epoca (nel 2010) a quella rilevata con l’ultima ispezione. Purtroppo, risalendo il contatore al massimo al 2010, non credo si tratti di un dispositivo a lettura remota in grado di rilevare consumi storici.

Se, tuttavia, è stata riconosciuta la sua buona fede e le è stato dato modo di sottoscrivere un nuovo contratto di fornitura con associata anche una lettura iniziale, meglio ancora: il problema si può, senz’altro, considerare risolto.

28 Dicembre 2018 · Giovanni Napoletano


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