Ai debitori di Equitalia prometteva l’esdebitazione rilasciando false liberatorie e cancellazioni di ipoteca – arrestato il truffatore












Cinque Ferrari, una Maserati, un’Aston Martin e una Bmw: poi ancora 2 motocilette, garage e appartamenti per un valore di alcuni milioni di euro. E’ il “tesoretto” che si era messo da parte in modo illegale un truffatore 45enne di Chieti che individuava le sue vittime tra i debitori di Equitalia.

Spacciandosi per dipendente dell’azienda di riscossione tributi, si proponeva di risolvere i loro problemi facendosi consegnare ingenti somme di denaro; in cambio rilasciava liberatorie e cancellazioni di ipoteche, su regolare carta intestata. La truffa è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Pescara

da Il fatto Quotidiano

Approfondimenti sulla vicenda

“Hai problemi con Equitalia? Ci penso io!’’. Così un 45enne di Chieti, individuati i debitori, si presentava come dipendente della società di riscossione. Ingannando i malcapitati, felici di poter risolvere velocemente la situazione debitoria, ne proponeva l’estinzione immediata e, dietro pagamento, consegnava subito quietanze, documenti liberatori ed atti di assenso alla cancellazione di ipoteche, tutti ovviamente falsi.

La truffa è stata scoperta dalla Guardia di finanza di Pescara che, concluse le indagini, ha sequestrato tutti i beni dell’uomo, anche appartamenti e garage, intestati fittiziamente alla madre pensionata. Il truffatore, oltretutto, proseguono le Fiamme gialle, fino al 2008 aveva dichiarato redditi al limite della povertà e dal 2009 non presentava più dichiarazione dei redditi, ma aveva una collezione di 5 Ferrari, una Maserati, un’Aston Martin, una Bmw e due moto, tutte pagate con i soldi dei truffati.

L’ideatore delle truffe, spiegano alla Guardia di Finanza, ‘’operava in tutta la Regione e si apprestava a compierne altre in Alto Adige. L’astuto faccendiere, dapprima individuava le possibile vittime tra i debitori di Equitalia Pragma SpA e, poi, con i più diversi escamotage degni delle migliori performance del ‘principe delle risate’ riusciva ad ingannare i suoi ‘clienti’ facendosi consegnare somme di denaro spesso ingenti’’. L’uomo, ‘’presentandosi quale dipendente di Equitalia SpA e perfettamente a conoscenza delle varie posizioni debitorie dei truffati, si faceva consegnare (con artifici e raggiri) somme di denaro dietro il rilascio di quietanze/verbali ovvero altri documenti liberatori (ad es: atti di assenso a cancellazioni di ipoteche)’’ riportanti la falsa intestazione della societa’ di riscossione.

Le indagini, avviate dalle Fiamme Gialle di Pescara, anche su impulso della società di riscossione ‘’che ha proficuamente collaborato con i finanzieri fornendo ogni dato utile, hanno trovato una iniziale difficolta’ nella diffidenza delle vittime delle truffe. Ma, acquisita pian piano la fiducia dei truffati, i finanzieri hanno pazientemente ricostruito il puzzle delle relazioni, delle identità dei soggetti coinvolti e l’ammontare delle truffe dal 2008 ad oggi”.

“Contemporaneamente, con la direzione dei magistrati della Procura della Repubblica di Pescara, il Nucleo di Polizia Tributaria scopriva che le vittime non erano soltanto i malcapitati cittadini ma anche l’Equitalia stessa e, di riflesso -rilevano alle fiamme gialle- le casse dello Stato per i mancati introiti derivanti dall’utilizzo delle false certificazioni liberatorie’’. Le truffe, ripetute negli anni, ‘’hanno consentito al falso dipendente di Equitalia nonche’ evasore fiscale, di trarre notevoli proventi economici e condurre un tenore di vita decisamente sproporzionati rispetto agli irrisori redditi dichiarati che, fino al 2008 non hanno mai superato euro 7.500,00 circa e che, invece, dal 2009, non risultano essere mai stati dichiarati al fisco. I profitti dell’attività delittuosa risultano essere stati utilizzati, a loro volta, da un altro indagato (la madre, in pensione, del falso dipendente) che deve, ora, rispondere di riciclaggio e reimpiego di beni di provenienza delittuosa’’.

Alla donna, infatti, ‘’sono riconducibili gli appartamenti, i garage e le autovetture di lusso che madre e figlio hanno cercato di celare/tutelare attraverso la costituzione di un artificioso trust, istituto giuridico di origine anglosassone, che fungeva da schermo ai beni in parola’’. Questa mattina, però, la Guardia di Finanza di Pescara ha sequestrato tutti i beni intestati ed occultati nel trust ritenuti proventi dei reati, tra cui immobili e ben sette automobili di lusso: cinque Ferrari, una Maserati Ghibli, una Aston Martin ed una Bmw e due moto Kawasaki e Suzuki, il tutto per un valore superiore ad un milione di euro.