Perché il debitore che cerca la chiusura a stralcio, si trova di fronte a richieste assurde, anche del 70% del capitale?


Accordo transattivo a saldo stralcio, recupero crediti





Come mai una finanziaria o banca cede il credito al 5% e quando un povero debitore cerca la chiusura a stralcio, si trova di fronte a richieste assurde 70% oppure cambiali o assegni post datati.

La finanziaria o la banca creditrice originaria cede il credito quando ritiene di non poterlo escutere e mette a perdita fiscale l’importo non rimborsato, con ovvi vantaggi economici.

Il credito è acquistato dalla società di recupero cessionaria a prezzi irrisori, tanto più il contratto è datato ed in odore di prescrizione ed il debitore insolvente privo di beni (stipendi, pensioni, immobili) pignorabili.

In ogni caso le società di recupero crediti piuttosto che imbarcarsi in un contenzioso giudiziale costoso (le spese di giudizio vanno anticipate dal creditore) e dagli esiti imprevedibili (il debitore potrebbe essere nullatenente e le visure per indagini patrimoniali costano), oltretutto senza la necessaria documentazione a sostegno (le pratiche cedute mancano, il più delle volte, del contratto sottoscritto dal debitore e/o gli interessi del finanziamento risultano applicati a tassi “ratione temporis” superiori a quello soglia di usura), preferiscono giocare sui grandi numeri, con quella che viene definita, in gergo, “pesca a strascico”.

E, quindi, spedizione massiva di lettere di comunicazione dell’avvenuta cessione del credito (per posta semplice e non per raccomandata AR come prescrive la legge) con invito a contattare la società scrivente per estinguere il debito; a cui seguono, immancabilmente, le telefonate (phone collection) degli addetti al recupero (spesso minacciose e presagenti grandi catastrofi per chi persiste nell’intenzione di non pagare) finalizzate a mettere in campo l’unica arma su cui possono contare le società di recupero crediti: l’esasperazione del debitore che, pur di essere lasciato tranquillo e non continuare a subire la pressione psicologica così esercitata (chiamate telefoniche asfissianti, visite domiciliari non concordate, violazione della privacy con coinvolgimento di parenti, amici e datori di lavoro ai quali viene svelato ogni particolare della esposizione debitoria in essere) preferiscono addivenire ad un accordo transattivo purchessia.

E se i soldi proprio il debitore non li ha, la società di recupero crediti propone soluzioni pseudo vantaggiose, quali cambiali o assegni postdatati. In questo modo ottiene un vantaggio considerevole: qualora il debitore non adempisse agli obblighi sottoscritti, la prossima volta il giudice non sarà necessario adirlo e le garanzie a tutela del debitore che potrebbero determinare il rigetto del ricorso per decreto ingiuntivo proposto dalla società di recupero o gli elementi validi per l’accoglimento dell’opposizione promossa dal debitore (documentazione relativa al contratto sottostante non adeguata o insufficiente, tassi applicati a livello di usura, prescrizione del credito) potranno andare a farsi benedire.

Perché quando un povero debitore cerca la chiusura a stralcio, si trova di fronte a richieste assurde del 70% oppure cambiali o assegni post datati?

La risposta è semplice: gli addetti al recupero crediti lavorano a provvigioni e c’è sempre chi tenta di portare a casa il più possibile. Ma com’è noto, tirando la corda il più delle volte questa si spezza o, se vogliamo, chi troppo vuole nulla stringe.

Tornando a noi, i pacchetti di pratiche insolute elaborati industrialmente includono migliaia di posizioni debitorie: una positiva chiusura dell’1% di esse, anche a saldo stralcio, garantisce alla società cessionaria lauti guadagni.

Ecco perchè il debitore determinato a non pagare e che reagisce alla molestie ed alle sistematiche violazioni della propria privacy con denuncia all’Autorità giudiziaria e diffida alla società di recupero crediti, riesce a non versare un cent senza conseguenza apprezzabili, se non la mancata possibilità di cancellazione del proprio nominativo dalle Centrali Rischi.

Peraltro, anche quest’ultimo aspetto andrebbe attentamente valutato: infatti anche dopo la cancellazione del nominativo del debitore da una qualsiasi Centrale Rischi ufficiale, privata e non, (CRIF, Experian, CTC, Assilea, CR, CAI, SIA) non è detto che il debitore riesca a rientrare nel circuito del credito, dal momento che l’esistenza di banche dati occulte dei cattivi pagatori è sempre più verosimile.

Altrimenti non si spiegherebbe perchè schiere di ex cattivi pagatori, che successivamente sono riusciti a regolare le posizioni debitorie sospese, non hanno più avuto accesso al credito, nemmeno per l’acquisto di una bicicletta …

26 Giugno 2015 · Lilla De Angelis


Se il post è stato interessante, condividilo con il tuo account Facebook

condividi su FB

    

Seguici su Facebook

seguici accedendo alla pagina Facebook di indebitati.it

Seguici iscrivendoti alla newsletter

iscriviti alla newsletter del sito indebitati.it




Fai in modo che lo staff possa continuare ad offrire consulenze gratuite. Dona!




Cosa stai leggendo - Consulenza gratuita

Stai leggendo Forum – Debiti e recupero crediti » Perché il debitore che cerca la chiusura a stralcio, si trova di fronte a richieste assurde, anche del 70% del capitale?. Richiedi una consulenza gratuita sugli argomenti trattati nel topic seguendo le istruzioni riportate qui.

.