Cessione del quinto dello stipendio di un dipendente pubblico e passaggio in pensione prima dell’estinzione del prestito – La cautela necessaria quando si chiede all’INPS, come di diritto, di adeguare l’importo della rata di rimborso al 20% della pensione netta


La cautela necessaria quando si chiede all'INPS, come di diritto, di adeguare l'importo della rata di cessione quinto al 20% della pensione netta





Da stipendio 1500 netti avevo una cessione quinto ex INPDAP di 260 euro: ora in pensione 924 euro netti stessa trattenuta! Posso fare ricorso in sede amministrativa per il ricalcolo 1/5 sulla pensione secondo l’articolo 43 della legge 180/1950?

Sicuramente lei può pretendere che la rata di rimborso del prestito dietro cessione del quinto venga adeguata dall’INPS all’importo mensile percepito con la pensione, andando a posizionarsi intorno ai 193 euro circa: tuttavia, bisogna procedere con cautela.

Quando, infatti, nel corso della vita lavorativa, ad un dipendente pubblico viene concesso un prestito dietro cessione del quinto dello stipendio il cui piano di ammortamento potrebbe travalicare la data di collocamento in quiescenza, le finanziarie creditrici (e questo è un vantaggio riservato ai dipendenti pubblici) lasciano proseguire il rapporto con l’INPS (debitore ceduto) e non prelevano (come sarebbero legittimate a fare ex lege) l’importo residuo del prestito dal Trattamento di Fine Servizio (TFS) o dal Trattamento di fine Rapporto (TFR). Per cautelarsi, tuttavia, da una successiva richiesta di adeguamento della rata da parte del debitore cedente, le finanziarie creditrici sono solite far sottoscrivere al dipendente pubblico una clausola contrattuale con la quale egli riconosce al creditore, in caso di passaggio in pensione prima della completa estinzione del prestito, la facoltà di poter pretendere, unilateralmente, la restituzione del debito residuo con rimborso in un’unica soluzione.

Questo per far fronte a situazioni come quella in cui lei versa (tipicamente in un sistema come quello attuale in cui la pensione risulta, di solito, essere molto più leggera dello stipendio), allorquando con il passaggio in pensione la rata versata per il rimborso del prestito dietro cessione del quinto dello stipendio risulta essere maggiore dell’importo del quinto della pensione, ed il pensionato ne chiede, legittimamente, l’adeguamento all’INPS.

Pertanto, proceda pure a chiedere all’INPS, in via amministrativa, il necessario adeguamento dell’importo rateale dovuto al creditore, ma si accerti, prima, di non aver firmato l’impegno a cui si accennava, per non rischiare di dover poi rimborsare il debito residuo senza il beneficio della dilazione.

11 Agosto 2021 · Annapaola Ferri


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