Cerchi lavoro online? – Occhio alle truffe


Lavoro e diritti, tutela consumatore - truffe





Ho perso il lavoro e sto cercando di trovare un’occupazione, oltre che con i soliti canali, iscrivendomi a dei siti specializzati: molti annunci, però, sono poco chiari e fuorvianti.

Come accorgersi delle truffe che circolano?

La ricerca del lavoro dopo la pandemia da Covid è diventata un’attività abituale per molte persone: un valido aiuto da questo punto di vista proviene, per esempio, da app che mettono a disposizione annunci e offerte di lavoro per le più svariate categorie professionali.

Tuttavia, non sempre quando ci si mette in cerca di un nuovo impiego si ha la certezza di avere a che fare con la serietà e l’affidabilità: ecco perché il Codacons ha stilato una lista di suggerimenti utili per proteggersi dalle truffe online in questo mondo.

Nel caso in cui si riceva un messaggio di posta elettronica che include un link su cui viene chiesto di cliccare è indispensabile adottare la massima cautela, poiché il rischio è quello di trovarsi in presenza di un messaggio di phishing.

Questa particolare truffa si pone lo scopo di sottrarre i dati personali degli utenti, in modo particolare i codici di accesso e i numeri di conto dei conti in banca. Una certa attenzione è richiesta anche per le mail che giungono da Paesi stranieri e che magari richiedono di trasmettere dei dati personali o addirittura di inviare del denaro. Infine, è meglio drizzare le antenne qualora si sia destinatari di messaggi che richiedono codici fiscali, coordinate bancarie o data di nascita.

Nel nostro Paese purtroppo sono molto comuni quelli che sono stati definiti annunci esca. Si tratta, in pratica, di annunci che in teoria riguardano posti di lavoro di un certo interesse: arrivati al colloquio, però, si scopre che la proposta è molto diversa, e in genere bisogna diventare venditori porta a porta, per esempio per proporre servizi per l’energia elettrica o contratti telefonici.

Insomma, nessuno stipendio fisso e nessun lavoro affidabile: e già a giudicare dal modo truffaldino con il quale la mansione viene offerta sono legittimi dubbi a proposito della serietà di chi la propone.

Tante persone desiderano trovare un modo per lavorare da casa, al di là dello smart working che si è reso necessario a causa della pandemia da Covid.

A volte i truffatori fanno leva proprio su questo aspetto, proponendo dei kit da comprare per lavorare. Come funziona? In realtà in modo molto semplice: il datore di lavoro chiede al candidato una sorta di cauzione grazie a cui potrà ricevere a domicilio, attraverso una spedizione con corriere, il materiale di cui avrà bisogno per cominciare a lavorare.

Il candidato si lascia convincere perché gli viene spiegato che, se non si adottasse questo accorgimento, le persone riceverebbero il materiale a casa e poi non lo restituirebbero. Invece alla fine non c’è alcun lavoro da svolgere, e ci si ritrova con meno soldi di prima in tasca.

Ci sono offerte di lavoro il cui solo obiettivo consiste nel raggiungere il codice fiscale e i documenti delle persone coinvolte.

Quello che viene messo in atto in casi del genere è un vero e proprio furto di identità, che ovviamente può essere prevenuto evitando di inviare documenti a soggetti di cui non si riconosce l’affidabilità.

Quel che è certo, poi, è che non si dovrebbe mai interagire con aziende poco trasparenti, magari anonime. Anche i lavori non pagati sono frequenti: spesso gli imprenditori chiedono un periodo di prova gratuita, concluso il quale giunge l’assunzione. Ma non c’è alcuna legge che definisca e regolamenti una situazione di questo tipo.

Anche il multilevel marketing è una realtà molto insidiosa, fermo restando che non è detto che si tratti sempre di un’attività illecita.

Non ci sono segnali di illegalità, infatti, quando il fulcro del business è rappresentato da servizi e prodotti, con la vendita che costituisce il fine del sistema piramidale. Il carattere illegale si manifesta nel momento in cui alle persone che vengono introdotte nel circuito viene richiesto il pagamento di una quota di ingresso.

25 Settembre 2020 · Gennaro Andele


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