Espongo il mio quesito: 3 fratelli ereditano una proprietà dai genitori, uno di loro (che vive in affitto e non ha auto) ha debiti con Equitalia superiori a 50 mila euro, cosa succede in questo caso?
Se le cose restano così come sono, il rischio che si corre è l’iscrizione di ipoteca e la possibile espropriazione del bene. Equitalia potrebbe chiedere al giudice la vendita all’asta della quota di proprietà del debitore; in subordine, la divisione fisica del bene (se è fattibile) e ammesso che i due coeredi non debitori siano disponibili ad accollarsi le spese necessarie; come ultima spiaggia resta la vendita dell’intero bene con ripartizione del ricavato fra i due coeredi non debitori ed il creditore o i creditori per cui Equitalia riscuote (naturalmente fino all’occorrenza di un terzo del ricavato).
Con la rinuncia all’eredità del chiamato debitore, i creditori possono farsi autorizzare, entro 5 anni dalla rinuncia, ad accettare l’eredità in nome e luogo del rinunciante debitore, al solo scopo di soddisfarsi sui beni del debitore e fino a concorrenza dei crediti vantati. E, saremmo di nuovo nella situazione prospettata al punto precedente.
Il debitore potrebbe “acquistare” l’immobile ed eleggere residenza presso di esso: in questo caso ci sarebbe senz’altro l’iscrizione di ipoteca, ma l’espropriazione non potrebbe essere avviata per un debito inferiore a 120 mila euro.
Infine, l’immobile potrebbe essere venduto a terzi (ha senso, naturalmente, prima della iscrizione di ipoteca). Cosa che accade di frequente quando l’eredità porta alla ripartizione del bene in quote. Questo per dire che, in un contesto come quello prospettato, sarebbe azzardato per Equitalia chiedere, ed improbabile ottenere, la revoca dell’atto di compravendita.
12 Giugno 2014 · Ludmilla Karadzic