Dato il caldo eccessivo di quest’estate, ho dovuto mantenere i condizionatori accesi più spesso, vivendo anche con una persona anziana a casa: la bolletta che ho ricevuto, però, mi pare piuttosto eccessiva.
E’ giustificato un aumento di tariffa così pesante?
Con l’arrivo dell’estate, si cerca di combattere il caldo in modo efficace, senza fare i conti con bollette salatissime: la stragrande maggioranza degli italiani, ormai, possiede un condizionatore.
Quanto consuma il condizionatore e come fare per abbassare i suoi costi in bolletta?
In realtà, si tratta della classica domanda che non potrà mai avere una risposta univoca.
Tuttavia è possibile effettuare delle stime ragionevolmente precise con l’ausilio di alcuni semplici espedienti.
Der comprendere le ragioni per le quali si rilevano consumi variabili anche tra modelli perfettamente identici, occorre aprire una piccola parentesi su come funziona un condizionatore.
Il condizionatore è a tutti gli effetti uno scambiatore di calore che sfrutta la capacità di evaporazione e condensazione di un fluido (l’acqua) per trasferire il calore dall’interno all’esterno di un’abitazione.
L’efficienza di qualunque scambiatore di calore è determinata non solo dalla sua tecnologia costruttiva, ma anche dalle condizioni in cui esso opera.
Quest’ultime sono essenzialmente la temperatura e l’umidità ambientale, alle quali si aggiungono l’efficienza energetica e l’esposizione solare dell’abitazione.
Di conseguenza, lo stesso dispositivo installato in abitazioni di diversa efficienza, esposizione e collocazione geografica avrà sempre consumi differenti.
Inoltre, essi variano in modo sensibile durante il ciclo di funzionamento, seguendo una curva discendente dall’accensione (momento di massimo assorbimento) fino al raggiungimento della temperatura impostata.
Per calcolare i consumi energetici di qualunque elettrodomestico si può acquistare un misuratore di consumo di corrente, un dispositivo che s’interpone fra il cavo di alimentazione e la presa elettrica misurando in tempo reale l’assorbimento d’energia elettrica dell’elettrodomestico collegato.
Per trasformare tale dato in “moneta” bisogna inoltre conoscere quanto costa un kW.
Attualmente, considerando sia il prezzo della componente energia che i costi accessori, per ogni kW consumato si pagano in media dagli 0,20€ agli 0,40€.
Per quanto concerne il climatizzatore, i consumi variano invece in modo sensibile a seconda della loro potenza elettrica e del grado di efficienza energetica.
Quest’ultima, nel campo dei condizionatori, viene classificata in base all’indice SEER, un particolare parametro che misura i consumi energetici stagionali sulla base di un fabbisogno medio di 1300 kWh.
I moderni condizionatori inverter di Classe AAA+, ad esempio, possono arrivare ad avere un indice di SEER pari a 8,5 ed un consumo annuo di soli 160 kWh, vale a dire quasi il 40% in meno rispetto ad un modello di Classe B SEER 5 (260 kWh) e circa 1/3 dei consumi di un vecchio Classe F SEER 3 (430 kWh).
Un’altra unità di misura dell’efficienza e della potenza dei condizionatori d’aria è la BTU (British Termal Unit), che in questo caso è utilizzata come parametro della capacità di refrigerazione ambientale.
Per fare un esempio, acquistando un condizionatore da 9000 BTU orari si potrà refrigerare qualsiasi ambiente fino a 25 mq nell’arco di 1 ora, mentre un condizionatore da 12000 BTU /h sarà indicato per ambienti fino a 35 mq.
I condizionatori d’aria, com’è noto, sono fra gli elettrodomestici che consumano di più in assoluto, sebbene negli anni la tecnologia abbia compiuto passi da gigante in termini di efficienza energetica.
A prescindere dal modello posseduto, esistono tuttavia alcune strategie universali che consentono di ridurre i consumi del climatizzatore senza limitarne l’efficacia. .
L’acquisto di dispositivi refrigeranti sovradimensionati rispetto alle dimensioni dell’ambiente in cui andranno utilizzati è una delle prime fonti di spreco energetico.
Per non incorrere in questo errore, fate riferimento al rapporto fra potenza in Watt e BTU/h, scegliendo la soluzione più idonea alle dimensioni della stanza da refrigerare.
Utilizzare i moderni condizionatori inverter in luogo degli ormai obsoleti “on/off” consente di ottenere un risparmio in bolletta che può arrivare a superare il 60% nel caso dei modelli di classe AAA+.
Ma attenzione: la convenienza di un nuovo modello dipende anche dalla frequenza di utilizzo prevista, poiché i costi d’acquisto vengono ammortizzati con il risparmio in bolletta.
Di conseguenza, maggiore sarà l’impiego, più sarà conveniente sostituire il climatizzatore.
Se utilizzate il condizionatore per stare in casa con il maglione in piena estate, sappiate che state sprecando denaro ed energia.
Al di là delle esagerazioni, è utile sapere che la temperatura ambientale ideale per qualsiasi essere umano è di circa 25-26° C.
Valori inferiori a questi non hanno ragione d’esistere anche in piena estate e costituiscono, alla lunga, un enorme spreco di risorse a discapito dell’ambiente e del vostro portafoglio.
Sembrerà banale, ma uno degli errori più frequenti è quello di sbagliare nella scelta del proprio fornitore di energia e/o delle tariffe.
Molti operatori applicano infatti tariffe poco chiare e costi nascosti che fanno lievitare il prezzo dell’energia elettrica.
Il climatizzatore, inoltre, viene acceso di norma nelle ore diurne, di conseguenza chi lo utilizza per periodi prolungati risparmierà di più scegliendo una tariffa monoraria anziché una bioraria.
3 Agosto 2018 · Gennaro Andele