Bollette del gas – Cosa può accadere dal 1 Ottobre 2022?





Tradizionalmente Il primo ottobre è il il punto di riferimento per nuovi contratti e negoziazioni tra operatori e fornitori del gas.





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Ho sentito dire che la situazione delle bollette energetiche, soprattutto per quella del gas, potrebbe peggiorare, addirittura, a partire dal 1 ottobre 2022.

E’ vero? Perché?

Dal primo ottobre le bollette energetiche italiane potrebbero essere stravolte dalla trasformazione del mercato del gas: per i cittadini italiani cambierà infatti il modo in cui viene calcolato il prezzo del gas sulla bolletta nel contesto del mercato tutelato sulla scia dell’atteso aggiornamento delle tariffe dell’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera).

Secondo l’Istituto ricerche “Consumo-Ambiente-Formazione” (Ircaf) dal primo giorno dell’ottobre prossimo con l’aggiornamento delle tariffe dell’Arera potrebbe esserci un aumento sostanzioso delle bollette di luce e gas rispetto alla situazione attuale per coloro che non hanno sottoscritto un contratto nel mercato libero a prezzo fisso, per il quale il governo Draghi ha bloccato i rincari per i almeno fino a maggio 2023 ai sensi del Decreto Aiuti.

In uno scenario di volatilità internazionale dei mercati energetici, specie alla luce delle problematiche novità dal fronte ucraino, per tutti gli altri il mercato libero rischia di trasformarsi in un inferno.

L’Ircaf stima un +142% delle bollette del gas e, nota Investire Oggi, sull’energia elettrica si rischia un’ulteriore stangata: ad oggi “il costo di un kilowattora per una famiglia tipo (2700 kilowattora) fino al 30 settembre nel mercato tutelato è di 41,51 centesimi a Kwh”, ma “se ci fosse un aumento maggiore delle tariffe in relazione al Prezzo unico nazionale (Pun) attuale si arriverebbe a pagare fino a 70 centesimi al kilowattora dal primo ottobre”.

L’aumento ipotizzato dell’ultimo quarto trimestre, quindi, sarebbe di 472,5 euro contro gli 872 euro dei primi tre trimestri 2022 per un totale di 1344 euro.

Tradizionalmente il primo ottobre è il cosiddetto “capodanno del gas”, il giorno in cui inizia l’anno termico e che è il punto di riferimento per contratti e negoziazioni tra operatori e fornitori.

E in questo caso la tempesta energetica scatenata dalla guerra russo-ucraina e dalla crisi dell’inflazione può causare una fiammata in un contesto già preoccupante.

In Italia la situazione è grave e anche se fino ad oggi per scelta governativa si sono bloccate fino al 30 aprile le modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di elettricità e gas a prezzo fisso, oggigiorno ci si accorge come in quanto a misure sanatorie l’annullamento degli oneri di sistema e la riduzione dell’Iva sul gas al 5%, non possono certo bastare per evitare una stangata per le famiglie nel quarto trimestre.

Secondo quanto ha dichiarato il responsabile del settore energia dell’Unione nazionale consumatori, Marco Vignola, in Italia “andava come minimo rinviata la scadenza del mercato tutelato del gas prevista per il 1° gennaio 2023, allineandola, come chiede Arera, a quella della luce, programmata invece per il 10 gennaio 2024, azzerare l’Iva sia sulla luce che sul gas, eliminare le accise e le addizionali regionali”.

Una scadenza del mercato tutelato tre mesi dopo nuovi rincari finirebbe per travolgere ulteriormente i cittadini.

Gli italiani nel breve periodo non scopriranno, in ogni caso, senza preavviso il problema dei rincari. Il DL 210/2021 prescrive che nel caso in cui il fornitore appropria una rimodulazione dei prezzi di fornitura debba informare con preavviso di almeno due settimane i consumatori.

Ma la situazione attuale finisce per creare un contesto in cui una normativa introdotta per garantire maggiore trasparenza e competizione finisca per ritorcersi contro i consumatori finali, viste le politiche di favore garantite ai titolari di tariffa a prezzo bloccato nei prossimi mesi.

Mentre per milioni di persone si preannuncia una nuova batosta destinata a alimentare inflazione e carovita.

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22 Settembre 2022 · Giovanni Napoletano

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