Assicurazione su finanziamento e su credito rotativo


Assicurazione su contratti di prestito, Eleonora Figliolia





Ho in corso un finanziamento personale non finalizzato e a una carta revolving entrambi con la stessa finanziaria, al momento per questi rapporti ho dei problemi, a causa di forza maggiore, di alcune rate insolute.

Premetto, che entrambi i rapporti sono iniziati almeno 10 anni fa.

Per il finanziamento, l’importo della quota assicurativa, poco meno di 5.000 euro, è stata anticipata all’inizio del rapporto, e di fatto ha aumentato il capitale finanziato, quindi anche gli interessi.

Per la carta invece, la quota è mensile e calcolata in percentuale sul capitale residuo dovuto.

Le domande che vorrei fare sono queste:

1) assicurazione sul finanziamento:
è corretto che sia stata aggiunta al capitale e di fatto divenuta capitale finanziato?
considerato che è stata anticipata, la copertura è valida anche in presenza di rate insolute?
2) assicurazione sulla carta:
– è corretto che nel mese in cui ci sia l’insoluto, la quota mensile percentuale, circa 30 euro, sia calcolata e inclusa nelle spese contribuendo di fatto ad aumentare il debito totale?
– in caso si verificassero i casi coperti dalla polizza, la presenza degli insoluti escluderebbe la possibilità della richiesta di rimborso?

Per stipulare la polizza assicurativa a favore della finanziaria che ha erogato il finanziamento non finalizzato, a copertura di rischi che può correre il debitore, quali il licenziamento, le dimissioni volontarie, la premorienza o l’invalidità, viene pagata una polizza che il debitore dovrebbe anticipare per poter fruire del prestito. Nella norma chi chiede un prestito è poco propenso, o non può accollarsi questo costo che viene, pertanto, finanziato dal creditore.

Il mancato pagamento della rata della carta revolving comporta l’omesso corrispettivo del premio mensile per la polizza assicurativa, calcolato in percentuale sul capitale residuo dovuto. La finanziaria è obbligata a saldare puntualmente la compagnia di assicurazioni (altrimenti quest’ultima recede dal contratto) ed assimila l’esposizione assunta a spese di gestione che vanno, naturalmente, ad aumentare il debito totale.

Da quanto sopra esposto è chiaro che, in caso si verificassero i casi coperti dalla polizza, la presenza degli insoluti non esclude la possibilità della richiesta di rimborso, dal momento che, di solito (bisognerebbe prendere visione del contratto), a parte il caso more e, talvolta, l’invalidità, la polizza garantisce esclusivamente il rimborso alla finanziaria, non al debitore, il quale debitore (o i suoi eredi) verrà comunque escusso coattivamente, per rivalsa, dalla compagnia di assicurazione.

16 Dicembre 2018 · Ludmilla Karadzic

Il mio dubbio è sull’assicurazione per il finanziamento, essendo stata inglobata nel capitale finanziato e avendo di fatto aumentato gli interessi, eventuali rate insolute, non dovrebbero influire su eventuali risarcimenti al debitore, che di fatto ha pagato la polizza (+ interessi), ad esempio, se il debitore dovesse estinguere il debito in anticipo, quale quota dell’assicurazione gli verrebbe restituita? Mentre per l’assicurazione sulla carta revolving, la rivalsa della assicurazione su cosa verterebbe, sulle rate non pagate per i mesi insoluti o su tutto l’importo risarcito?

Per quanto riguarda il prestito, ipotizzando che la polizza sia stata pagata una tantum, con l’anticipazione erogata dal creditore, siamo d’accordo che eventuali rate insolute del rimborso del prestito non dovrebbero influenzare eventuali risarcimenti. Gli interessi, comunque, sono stati caricati sull’anticipazione, per cui non è corretto dire che la polizza è stata pagata con interessi.

Le polizze abbinate ai finanziamenti di banche e altri intermediari finanziari (payment protection insurance, PPI) hanno lo scopo di proteggere il cliente in presenza di eventi pregiudizievoli (ad esempio, morte, invalidità permanente, infortunio, malattia, perdita dell’impiego) che possano limitare la sua capacità di rimborso.

Spesso le polizze PPI abbinano copertura vita e copertura danni (ad esempio un’assicurazione sulla vita e una polizza per il caso di malattia o infortunio e, a volte, la perdita dell’impiego) prestate anche da differenti imprese di assicurazione, per lo più appartenenti allo stesso gruppo. Solitamente è previsto il pagamento di un premio in un’unica soluzione all’inizio del contratto, per l’intero periodo di validità della polizza (premio unico), che si aggiunge, come già precisato, al capitale finanziato.

Nelle polizze abbinate ai finanziamenti per le quali sia stato corrisposto un premio unico con onere sostenuto dal debitore assicurato, in caso di estinzione anticipata del finanziamento, il cliente ha diritto di ottenere il rimborso della parte del premio pagato e non goduto o, in alternativa, di mantenere in vita la copertura fino alla scadenza della polizza. Tuttavia questo obbligo vale esclusivamente per i contratti di finanziamento sottoscritti a partire dell’entrata in vigore del decreto legge 1/2012.

Per quanto riguarda i rischi coperti nel caso che la riguarda, sia in relazione al prestito non finalizzato che a quello rotativo, ci è impossibile fornirle una risposta: sarebbe necessario leggere le clausole del contratto di polizza.

17 Dicembre 2018 · Eleonora Figliolia

Facendo due calcoli, ipotizzando un prestito con capitale di 45.000 euro da rimborsare in 180 rate, con un TAN al 9.50% senza assicurazione, il totale degli interessi ammonta a € 39.582,20 euro, se aggiungo 5.000 euro di assicurazione, che aumenta il capitale finanziato a 50.000 euro, gli interessi salgono a € 43.980,22, facendo una banale sottrazione gli interessi sono aumentati di € 4.398,02 euro, che sono esattemente gli interessi che pagherei per un finanziamento di 5.000 euro al 9,50% per 180 rate, in definitiva, ho pagato l’assicurazione con lo stesso tasso del finanziamento: cosa non capisco oppure dove sbaglio?

Il collega che le ha precedentemente risposto intendeva dire proprio quello che asserisce lei: le è stato erogato un prestito di cinquemila euro con il quale poi ha sottoscritto una polizza di cinquemila euro di controvalore. Se avesse avuto i soldi, il costo della polizza sarebbe rimasto di cinquemila euro. Poiché non aveva soldi, ha dovuto chiedere un prestito per sottoscrivere la polizza assicurativa (requisito irrinunciabile, peraltro, per poter accedere all’ulteriore credito di 45 mila euro) e ha dovuto corrispondere gli interessi sull’anticipazione finalizzata alla sottoscrizione della polizza. Ergo, sul costo sella polizza non ha pagato interessi, ma ha pagato interessi sul prestito finalizzato a poter stipulare la polizza.

17 Dicembre 2018 · Annapaola Ferri


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