Agevolazioni fiscali per ristrutturazioni edilizie

Consistono in una detrazione dall’IRPEF, da ripartire in 10 quote annuali di pari importo, pari al 50% delle spese sostenute, non superiori a 48 mila euro












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Ho acquistato l’appartamento sopra casa dei miei genitori (prima casa, non sono ancora residente perché abito con i miei) che ha bisogno di vari lavori di ristrutturazione: mio padre vorrebbe pagare i lavori e vi chiedo se ha il diritto di detrarsi il costo dei lavori o, nel caso, come fare invece per averne diritto.

Possono beneficiare dell’agevolazione fiscale per le ristrutturazioni edilizie tutti i contribuenti assoggettati all’IRPEF, a condizione che possiedano o detengano, sulla base di un titolo idoneo, gli immobili oggetto degli interventi e ne sostengano le relative spese. Nella fattispecie il genitore dovrebbe essere titolare della nuda proprietà dell’immobile, dell’usufrutto o del diritto di abitazione. Oppure il genitore dovrebbe risultare convivente, nell’immobile da ristrutturare, dell’avente diritto.

L’agevolazione fiscale sugli interventi di recupero del patrimonio edilizio è disciplinata dall’articolo 16-bis del Dpr 917/1986 (Testo unico delle imposte sui redditi – TUIR).

Consiste in una detrazione dall’IRPEF, da ripartire in 10 quote annuali di pari importo, pari al 50% delle spese sostenute, fino a un ammontare complessivo non superiore a 48 mila euro per ciascuna unità immobiliare.

I lavori sulle singole unità immobiliari per i quali spetta l’agevolazione fiscale sono quelli relativi a:

– manutenzione straordinaria
– restauro e risanamento conservativo
– ristrutturazione edilizia.

Gli interventi possono essere effettuati su immobili residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali, e sulle loro pertinenze.

Per fruire della detrazione, è necessario:

– inviare all’Azienda sanitaria locale competente per territorio, prima di iniziare i lavori, una comunicazione con raccomandata A/R;
– pagare le spese detraibili tramite bonifico bancario o postale, da cui devono risultare la causale del versamento, il codice fiscale del soggetto beneficiario della detrazione e il codice fiscale o il numero di partita IVA del destinatario delle somme (ditta o professionista che ha effettuato i lavori).

Nella dichiarazione dei redditi dovranno essere indicati i dati catastali identificativi dell’immobile

Andranno poi conservati ed esibiti a richiesta degli uffici i seguenti documenti:

– le abilitazioni amministrative richieste per la tipologia di lavori da realizzare (concessione, autorizzazione o comunicazione di inizio lavori). Se non sono previste abilitazioni, basta una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, nella quale bisogna indicare la data di inizio dei lavori e va attestato che gli interventi posti in essere rientrano tra quelli agevolabili;
– la domanda di accatastamento, se si tratta di immobili non ancora censiti;
– le ricevute di pagamento dell’IMU, sempreché sia dovuta;
– la delibera assembleare che approva l’esecuzione dei lavori nonché la tabella millesimale di ripartizione delle spese, qualora si tratti di interventi sulle parti condominiali
– la dichiarazione di consenso all’esecuzione dei lavori resa dal possessore dell’immobile, in caso di interventi effettuati dal detentore dell’immobile, se diverso dai familiari conviventi;
la comunicazione preventiva all’ASL contenente la data di inizio dei lavori, se obbligatoria secondo le disposizioni in materia di sicurezza dei cantieri;
le fatture e le ricevute fiscali relative alle spese effettivamente sostenute;
le ricevute dei bonifici di pagamento.

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4 Settembre 2023 · Giorgio Valli

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