Negli ultimi anni, nel nostro Paese, sono cresciute a dismisura le proposte di acquisto di autovettura, tramite finanziamenti, dunque a rate: purtroppo, però, quest’aumento va di pari passo con i tentativi di alcune case automobilistiche di fare i furbetti.
Perché più che di truffe vere e proprie si tratta di sottigliezze che apparentemente sfuggono, ma che poi – in sede in pagamento – mostrano tutto il loro peso.
Si tratta ad esempio di canoni poco o nulla rispondenti a quelli poi realmente applicate oppure a spese accessorie non indicate con chiarezza.
Poi ci sono anche i tassi di interesse che incidono sul prezzo di finale, ma che non sempre sono segnalati con evidenza.
E sono proprio questi ultimi a fare impennare il costo finale.
Come il famigerato Taeg, il Tasso annuo effettivo globale.
In questo, periodo, poi è più facile cadere nella confusione, poiché sono in vigore gli incentivi nazionali all’acquisto, chiamati ecobonus in quanto legati alle vetture con basse emissioni ambientali.
Ma le stesse casa automobilistiche propongono i loro personalissimi ecobonus in quanto esclusi da quelli statali.
Tuttavia non sempre si tratta di una vera e propria riduzione del prezzo di listino, ma solo una esca per far avvicinare il maggior numero di clienti e proporre anche altre opzioni d’acquisto.
E un’altra leva utilizzata è la scelta dell’alimentazione con il diesel sempre più demonizzato dai costruttori che si sono già spostati sulle motorizzazioni alternative e chi invece propone propulsori a gasolio di nuova generazione e destinati a durare più a lungo.
E se si pensa che gli acquisti di auto a rate rappresentano oltre la metà del mercato, si capisce con chiarezza quanto sia florido questo comparto e fino a che punto concessionari e case automobilistiche stiano investendo in un regime di elevata concorrenza.
Anche perché, rispetto al pagamento tutto e subito, dal punto di vista strettamente economico per chi vende è un vantaggio perché finiscono per incassare di più, anche se dilazionato nel tempo.
E sempre più spesso le rate del prestito comprendono anche una polizza a copertura del credito non richiesta e di cui non sono spiegate le condizioni.
Come fanno notare gli esperti, i concessionari dovrebbero consegnare al clienti sia il contratto di finanziamento sia il Secci (Standard european consumer credit information) ovvero il modulo informativo europeo a tutela dei consumatori sulla trasparenza informativa di banche e finanziarie.
Che la questione sia da tempo sotto la lente di ingrandimento è dimostrato dalla recente multa inflitta dall’Antitrust alle società finanziarie delle case automobilistiche, a cui contesta pratiche anti-concorrenziali.
Oppure dall’attivismo delle associazioni a tutela dei consumatori.
Uno dei primi problemi riguarda la pubblicità che spesso è fuorviante e poco chiara.
Il riferimento va agli spot che indicano una rata mensile da pagare ma omettono di ricordare che ci sono un maxi anticipo e una maxi rata finale.
2 Settembre 2019 · Giuseppe Pennuto