Abuso di potere direttore di banca


Deve innanzitutto presentare, con raccomandata A/R, formale reclamo all'istituto bancario chiedendo ragione di quanto accaduto.





Nel mese di Aprile dell’anno 2011 ho perso il lavoro: da allora cerco di mettere insieme il necessario per vivere con qualsiasi tipologia di lavoro onesto e retribuito. Sono correntista di due conti correnti bancari presso lo stesso istituto: entrambi presso una filiale poi chiusa ed accorpata a partire dal 24/02/2014, ad una nuova agenzia.

Da questa data è iniziato il mio calvario. La nuova agenzia si è infatti posta malissimo nei miei confronti classificandomi immediatamente come cliente scomodo, sottolineandolo anche verbalmente in occasione di due incontri di persona presso la filiale. Pur ribadendo di essere un cliente da diversi anni durante i quali ho restituito regolarmente il dovuto relativo a quattro finanziamenti contratti (per un totale di oltre settantamila euro) sottolineando inoltre che per lo scoperto attuale del conto Y (circa settemila euro) mi vengono addebitati 233/00 euro ogni 60 gg (!) con voce “costi conto infruttifero”, oltre al fatto che tutti gli addebiti e/o pagamenti relativi al conto stesso compresa una carta di credito sono totalmente sospesi, con tutte le relative problematiche, non ho avuto alcun tipo di dialogo o supporto ma, anzi, si è verificata una situazione che ha dell’assurdo.

Come dicevo ho un altro mio conto, in attivo e dedicato al pagamento di un finanziamento della stessa banca, con richiesta di riduzione importo rata (iniziale euro 556/00 attuale euro 364/00 con regolare prolungamento del piano di ammortamento). Normalmente prima della data di addebito rata, il primo di ogni mese, mi recavo presso le casse automatiche per versare l’importo di circa 400/00 euro a copertura appunto della rata.

Lo scorso Agosto l’operazione di versamento automatica mi viene negata. Mi reco così in filiale, ed anche allo sportello mi dicono che esiste una “nota” sul mio conto e necessito del consenso del direttore anche per versare. Mi reco nella stanza del direttore e sottolineo ancora una volta, che ho necessità di versare mensilmente sul conto X poichè mi viene addebitata la rata del finanziamento, mentre per l’altro conto Y come ampiamente discusso e considerando che mi vengono regolarmente addebitati gli esosi costi di gestione scoperto, ci sarà in rientro graduale sempre a mezzo versamenti o bonifici da parte dei commissionanti il lavoro.

Riesco così a versare ma, UFFICIOSAMENTE, un conoscente dipendente della banca mi fa capire che al direttore non garba che io copra la rata del prestito su un conto mentre ho uno scoperto su un altro. Passa un altro mese e scopro che a scadenza dello 01/10/2015 non viene addebitata la rata di euro 364/00 sul conto X. Chiamo in banca e mi dicono di non preoccuparmi poichè potrebbe dipendere da un ritardo o comunque, vista la mia situazione, da una sospensione prorogabile fino a sei rate come previsto dal contratto di finanziamento in caso di difficoltà del contraente.

Piacevolmente meravigliato e soddisfatto condivido il tutto telefonicamente con mia moglie e riprendo a lavorare pensando di aver risolto anche se in piccole parte, il problema. Arriviamo a fine Ottobre e ricevo un SMS di una società di recupero crediti che mi invita a ricontattarli per una pratica della banca che mi riguarda.

Chiamo immediatamente e parlo con una specie di “ragazzina-disco” che mi ripete all’infinito che non ho pagato le rate di un prestito e mi prospetta i peggiori scenari apocalittici mai visti prima. In conclusione il direttore della filiale ha fatto in modo di non generare l’addebito della rata del finanziamento in modo da farmi diventare moroso e passare così la pratica ad una società esterna di recupero crediti.

La mia domanda è, in considerazione del fatto che ho stampato e salvato tutta la documentazione relativa a quanto sopra descritto, se possibile, dove posso denunciare questa vergognosa situazione e come posso tutelarmi?

Deve innanzitutto presentare, con raccomandata A/R, formale reclamo all’istituto bancario chiedendo ragione di quanto accaduto.

Decorsi 30 giorni dal ricevimento della raccomandata AR da parte della banca, in mancanza di una risposta o a fronte di una ulteriore conferma dell’asserita legittimità circa la procedura adottata nei suoi confronti, potrà procedere a presentare ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario.

La procedura di ricorso all’ABF è molto semplice, il dossier può essere trasmesso per posta e non è necessaria l’assistenza legale. Serve solo saper riportare con dettaglio e chiarezza i fatti: ed in questo lei ci sembra ben attrezzato.

Va poi allegata tutta la documentazione a supporto degli eventi descritti in ricorso. Non dimentichi di chiedere un risarcimento danni nella misura che il Collegio riterrà equa (il risarcimento è accordato, qualora il ricorso venga accolto, solo se il ricorrente lo ha richiesto esplicitamente).

Ulteriori info in questo articolo.

2 Novembre 2015 · Simonetta Folliero


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