Diventare avvocati in Romania » L’ultima moda dal mondo delle truffe
L'ultima moda dal mondo delle truffe ovvero diventare avvocati in Romania » Come funziona
Alcune società italiane hanno trovato la formula migliore per ingannare i giovani praticanti spaventati dalle difficoltà delle prove di abilitazione nel nostro paese: basta andare in Romania e sostenere una prova simbolica. Una volta pagate le spese si otterrà il titolo. Dopo tre anni, assicurano gli organizzatori, si potrà esercitare in Italia a tutti gli effetti, dicono..
Volete diventare avvocati, ma non avete voglia di affrontare la lunga odissea dell'esame di Stato?
Niente paura: basta pagare, ritagliarsi due giorni liberi e partire per Bucarest.
Le tariffe? Settemila euro più Iva.
L'esame si svolge a crocette: 60 domande a risposta multipla, ovviamente in lingua italiana.
Dopo averlo superato si ottiene l'ambitissimo tesserino, e con esso la qualifica di avocat. Tempo richiesto: una manciata di settimane.
Grazie al dlgs numero 96/2001, assicurano gli organizzatori, ogni avocat può esercitare la professione in Italia in qualità di avvocato stabilito: dopo tre anni, inoltre, può diventare avvocato italiano a tutti gli effetti.
Insomma: un'autentica manna dal cielo, che fa gola a migliaia di neolaureati.
La chiamano la via romena: per percorrerla bisogna rivolgersi a una delle tante società italiane, una decina in tutto, che si sono specializzate in questo iter.
Pensano a tutto loro: dagli esercizi didattici (agli studenti vengono forniti un centinaio di quiz, sessanta dei quali compariranno nel test) alla prenotazione della stanza d'hotel a Bucarest.
Ma è proprio tutto così semplice? No, per niente.
Nel contratto che viene fatto firmare agli aspiranti avocat si legge testualmente: L'utente si dichiara consapevole che la Società non può garantire in alcun modo l'iscrizione nell'Albo degli Avvocati in Italia, poiché la Società fornisce un servizio di consulenza.
E poi: La Società non è responsabile in ordine a ritardi e/o impedimenti di qualsiasi tipo .
Segue un lungo elenco: Uragani, inondazioni, guerre, atti terroristici, insurrezioni o tumulti popolari, scioperi, conflitti, controversie, lotta intestina tra Ordini degli Avvocati.
La ragione di questi bizantinismi è in realtà piuttosto semplice: pagando settemila euro i neolaureati nostrani non vengono iscritti all'ordine degli avvocati romeno, ma bensì a una Unbar, una sorta di ordine parallelo fondato dall'ingegner Pompiliu Bota, un personaggio piuttosto chiacchierato in Romania, che qualche tempo fa sarebbe stato addirittura condannato a sei mesi di carcere per esercizio abusivo della professione di avvocato.
Sul sito www.bota.ro sono elencati in bella vista i requisiti necessari all'iscrizione.
Non si parla di alcun esame: sono semplicemente richiesti un certificato medico, le copie dei documenti d'identità e dell'attestato di laurea, due foto a colori e una donazione di duemila Lei (la moneta rumena), che equivalgono a 465 euro.
Eppure, i clienti italiani di euro devono pagarne settemila. E gli altri 6500? Che fine fanno?
A queste e a molte altre domande stanno cercando di rispondere i funzionari del ministero della Giustizia, che ha provveduto alla richiesta di informazioni specifiche alle competenti autorità rumene, in base al fatto che effettivamente sembrerebbe sussistere, accanto a un percorso legittimo e regolare per diventare avvocato in Romania, un percorso alternativo privo di legittimità, presumibilmente facente capo alla Unbar parallela facente capo a Pompiliu Bota
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Commenti e domande
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